Il ponte di Messina. Il Wwf denuncia: il costo è cresciuto del +367%
L’associazione contesta il progetto: nessuna certezza su aspetti tecnici, economico-finanziari e sostenibilità ambientale dell'investimento
“La fiducia a Montecitorio sul cosiddetto Decreto Ponte non risolve i nodi di un’opera dai fortissimi impatti ambientali ed economici: mancano all’appello il Piano Economico Finanziario per dimostrare la redditività e l’utilità del ponte sullo Stretto di Messina oltre che la valutazione di impatto ambientale per attestare la sostenibilità dell’intervento”. È questo il commento del Wwf alla decisione del governo di porre la questione di fiducia nel passaggio del decreto in discussione alla Camera dei Deputati.
Una decina di anni fa, con il decreto-legge 179/2012, il Governo Monti aveva introdotto a difesa della finanza pubblica disposizioni per garantire una particolare tutela nella verifica di sostenibilità del piano economico-finanziario del progetto definitivo elaborato dal General Contractor Eurolink, ricorda il Wwf.
Entro il primo marzo 2013, come richiesto dal DL n. 179/2012, la Stretto di Messina SpA e il GC Eurolink, avrebbero dovuto stipulare un atto aggiuntivo al contratto che consentisse alla SdM SpA di poter presentare al Cipe uno stralcio del progetto, gli elaborati tecnici e i necessari pareri e autorizzazioni, con i piani economico-finanziari, accompagnati da un’analisi dell’intervento che attestasse la sostenibilità dell’investimento. “Ma il GC Eurolink non fece fronte a queste richieste, creando i presupposti per la caducazione del contratto”, aggiunge il Wwf. “Oggi il Governo in carica accetta, a scatola chiusa e senza fare alcuna seria verifica della sostenibilità economico-finanziaria dell’opera, un costo prudenziale del ponte stimato in 14,6 miliardi di euro (fonte DEF) il 367% in più di quanto previsto a suo tempo nell’offerta economica (3,9 miliardi di euro) presentata dal GC Eurolink in occasione della gara nel 2003”.
Inoltre, dicono, manca ancora una Via esaustiva sul progetto definitivo e “difficilmente potrà essere eluso il fatto che tutto lo Stretto di Messina sia ricompreso in aree tutelate dall’Europa”.