Qualità dell’aria. Calano le emissioni inquinanti in Italia, lo dice l’Ispra
Diminuiscono le emissioni dei principali inquinanti e i livelli atmosferici di alcune sostanze, ma resta critica la qualità dell’aria nella Pianura Padana. Il rapporto
Nel 2017 sono calate le emissioni inquinanti in Italia, e il paese è pronto a raggiungere l'obiettivo di riduzione dei gas serra entro il 2020 stabilito dalle direttive europee. Il clima è stato altalenante, con persistenti condizioni di siccità e allo stesso tempo intense precipitazioni. Sono alcuni dei dati che emergono dal rapporto annuale dell'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra), presentato alla Camera insieme alla prima edizione del rapporto Ambiente del Sistema nazionale per la protezione dell'ambiente (Snpa).
Migliora la qualità dell'aria, spiega il report: le emissioni dei principali inquinanti continuano infatti a diminuire, così come i livelli atmosferici di alcuni inquinanti con trend decrescenti; tuttavia, la qualità dell'aria rimane critica, in particolare nel bacino padano, sia per quanto riguarda il particolato atmosferico (il 40% delle stazioni non rispetta il valore limite giornaliero) sia per il biossido di azoto (il 13% delle stazioni non rispetta il valore limite giornaliero). Diminuiscono però le emissioni delle autovetture, grazie alle nuove immatricolazioni.
I report affrontano anche la situazione rifiuti e l’agricoltura.
Rifiuti - Cresce la produzione dei rifiuti urbani (+2%), in linea con l'andamento degli indicatori socio-economici. La produzione pro-capite, in aumento, passa da 487 kg nel 2015 a 497 kg nel 2016. La raccolta differenziata si attesta al 52,5% della produzione totale dei rifiuti urbani. Nel 2016 lo smaltimento in discarica riguardava il 25% dei rifiuti urbani prodotti. Il riciclo delle diverse frazioni provenienti dalla raccolta differenziata raggiunge nel suo insieme il 45% della produzione. In città l'inquinamento acustico è uno dei principali problemi.
Agricoltura biologica - Nelle campagne sono oltre 300.000 gli ettari che, nel 2016, sono stati convertiti ad agricoltura biologica. Continua l'aumento del consumo di suolo, anche se si registra un rallentamento, tanto che circa 23.000 kmq del territorio nazionale sono ormai persi. In 6 mesi, tra il 2015 e il 2016, sono stati consumati 5.000 ettari di territorio, equivalenti a 5.700 campi di calcio. Per l'acqua, conclude il report, il 43% dei fiumi e il 20% dei laghi raggiungono l'obiettivo di qualità per stato ecologico. Il 75% dei fiumi e il 48% dei laghi, invece, raggiungono l'obiettivo di qualità per lo stato chimico.
I dati completi li puoi trovare qui