Alle radici del Nimby. Panico a Viterbo, il terrore dei rifiuti radioattivi oggi dispersi in tutt’Italia
Indiscrezioni non confermate danno per sicura la temuta collocazione dell’impianto Sogin. Oggi i rifiuti sono distribuiti dal Piemonte alla Sicilia in 24 depositi (Lazio compreso), anche vicino a te. L’elenco
In provincia di Viterbo sono ormai sicuri. Vociare di popolo e indiscrezioni non confermate danno per certa la scelta del deposito Sogin per riunire in una sola sede i rifiuti radioattivi a media e bassa attività: sarà realizzato in una delle 21 aree idonee individuate nell’area dalla Carta nazionale. I terreni idonei in tutta Italia sono 51, di cui la concentrazione maggiore a nell’area di Alessandria, in Sardegna l’Alto Campidano, in Basilicata fra Montalbano Ionico (Matera) e Genzano di Lucania (Potenza), diverse aree minori in Sicilia e in Puglia e – questo il terrore di viterbesi - un’ampia area della zona di Castro e dei Monti Cimini (Viterbo).
Il deposito per i rifiuti a media e bassa radioattività è imposto dall’Europa e l’Italia sta rischiando di incorrere in una multa salatissima per non essersene ancora dotata. Per i rifiuti ad alta attività vigono regole differenti e non è obbligatoria la costruzione di un deposito nazionale; in questo caso potrebbe trattarsi di un deposito consortile fra più Paesi europei che potrà essere realizzato anche all’estero e non obbligatoriamente in Italia.
Il nucleare sotto casa
Oggi i rifiuti radioattivi sono distribuiti in 24 depositi maggiori dislocati in tutta Italia fra i quali Saluggia e Trino (Vercelli), Ispra (Varese), Milano via Mecenate, Tortona (Alessandria), San Giuliano Milanese, Roma Casaccia, Forlì, Rotondella (Matera), Taranto Statte ma anche a Pavia, Palermo, Milano Città Studi, San Pietro a Grado (Pisa) e nelle quattro centrali atomiche spente di Caorso (Piacenza), Trino (Vercelli), Sessa Aurunca (Caserta) e Borgo Sabotino (Latina), più numerosi depositi minori presso acciaierie e grandi ospedali. L’elenco completo è nell’inventario dell’Isin https://www.isinucleare.it/sites/def....
L’allarme
Dal 2021, quando una prima Carta delle aree potenzialmente idonee era stata liberata e pubblicata, i comitati Nimby della zona di Viterbo hanno usato ogni arma possibile per evitare di ricadere nella scelta. Per esempio i geologi locali hanno contestato le carte geologiche usate dalla Sogin, ritenute vetuste; gli scienziati viterbesi hanno sottoscritto con un appello, un oncologo è intervenuto sui giornali per dire che la presenza del deposito scatenerebbe cancro fra la popolazione. Dei comitati contro il deposito fanno parte il Coordinamento dei comitati della Tuscia, Montalto futura-comitato per la salvaguardia del territorio di Montalto di Castro e della Tuscia; Maremma Viva; Verde Tuscia; Aree interne Alta Tuscia antica città di Castro; Pro Loco Gallese; Aics-Associazione Italiana Cultura e Sport_sez. Viterbo; Italia Nostra-sez. Tarquinia; Biodistretto della via Amerina e delle Forre; Sovrano Militare Ordine di Malta.
I giornali
Vasta eco ha suscitato nelle settimane scorse una frase che i giornali hanno attribuito all’ingegnera nucleare Annafrancesca Mariani che parlava per conto della Sogin: “Le caratteristiche geomorfologiche dell’alto Lazio sono tra le migliori del territorio italiano”. Ne hanno scritto il quotidiano La Repubblica e altri giornali, come Il Corriere di Viterbo (https://www.corrierediviterbo.it/att...). La Repubblica (https://www.repubblica.it/cronaca/20...) ha voluto chiedere dettagli all’ingegnere nucleare Massimo Gobbi, che ha lavorato nell’istituto di impianti nucleari della Sapienza, all’Enea, nella direzione costruzione centrali di Enel, al ministero dell’Ambiente come membro della commissione Via e come responsabile per la localizzazione dei siti Natura 2000 e ora è consulente delle Nazioni Unite. Dice Gobbi: "Quella che le caratteristiche geomorfologiche dell’alto Lazio siano tra le migliori del territorio italiano è un’affermazione che non è basata su criteri rigorosi e condivisi dal mondo scientifico, come previsto all’art. 8 della legge 31/2010 che istituisce il Deposito Nazionale. Inoltre non si riferisce a criteri per la localizzazione di depositi per rifiuti di alta attività. La geomorfologia citata vale solo per i rifiuti a bassa attività”. La Repubblica riporta frasi di Gobbi che solletica la paura: i contenitori per rifiuti ad alta radioattività assicurano la massima sicurezza possibile allo stato dell’arte “ma l’esperienza di durata sotto il calore e le altissime radiazioni emesse dai rifiuti è di meno di 30 anni”, sono a prova di missile “ma nessuno può garantire che siano a prova dei missili e delle nuove armi che saranno sviluppate in futuro” e così via.
Leggi l’elenco completo dei depositi attuali di rifiuti radioattivi presenti in Italia: https://www.isinucleare.it/sites/def...