Rapporto Ambiente, il 75% dei fiumi è in buono stato e il trend del PM10 è in calo
Lo evidenzia la seconda edizione del Rapporto ambiente Snpa - Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente - presentato da Ispra. Bene a metà mari e laghi, sforamenti del particolato al Nord, cresce la differenziata
La qualità delle acque di fiumi e mari e di quelle sotterranee è buono. Lo dice la seconda edizione del Rapporto ambiente Snpa - Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente - presentato da Ispra.
Sul fronte smog emerge invece che l'andamento delle concentrazioni del particolato Pm10 "nel medio periodo 2008-2017 è generalmente decrescente", anche se con ampi sforamenti, specie nella Pianura Padana. Tuttavia, "nel 2017 i limiti previsti dalla normativa non sono rispettati in gran parte del territorio nazionale e l'obiettivo di raggiungere i livelli raccomandati dall'Oms appare lontano".
In Italia, sul fronte del rischio idrogeologico, sono state censite 620.808 frane (periodo di riferimento 1116-2017) che interessano un'area di circa 23.700 km quadrati, pari al 7,9% del territorio nazionale. Fiumi e laghi. Il 75% dei fiumi italiani è in buono stato, mentre il 7% non lo è affatto, mentre il 18% non è stato classificato. In buone condizioni, invece, il 48% dei laghi e più del 50% delle acque costiere (54,5%). Bene fanno i Distretti delle Alpi orientali, dell'Appennino Centrale e della Sardegna con un numero di corpi idrici in buono stato, pari a circa l'80%.
Aria. Sforati in gran parte del territorio italiano i limiti giornalieri di PM10 previsti, in particolare nelle regioni del bacino padano (Piemonte, Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna) e in Campania. L'andamento delle concentrazioni del particolato PM10 nel medio periodo (2008-2017) è generalmente decrescente, si legge nel rapporto; tuttavia, nel 2017 i limiti previsti dalla normativa non sono stati rispettati in gran parte del territorio nazionale. I superamenti interessano anche, con frequenza e diffusione minore, il Friuli (Pianura, Pordenone e Provincia), la Toscana (provincia di Lucca e di Pistoia), il Lazio (Valle del Sacco) e l'Umbria (Conca Ternana). In questi casi gli sforamenti sono per lo più limitati a specifiche aree, dove esistono localmente fonti emissive significative e condizioni meteorologiche che favoriscono l'accumulo degli inquinanti.
Raccolta differenziata. Cresce la percentuale di raccolta differenziata in Italia, che nel 2017 ha superato la metà, raggiungendo il 55,5% della produzione nazionale. In valore assoluto, nel 2017 la differenziata è arrivata così a circa 16,4 milioni di tonnellate, aumentando di poco più di 600mila tonnellate rispetto al 2016. Il rifiuto urbano indifferenziato è diminuito di 1,1 milioni di tonnellate tra il 2016 e il 2017. Nel 2017, la produzione nazionale dei rifiuti urbani in Italia si è attestata a 29,6 milioni di tonnellate, con una riduzione dell'1,8% rispetto al 2016 (-534 mila tonnellate). Tra il 2006 e il 2010 la produzione si era mantenuta costantemente al di sopra dei 32 milioni di tonnellate.