Rifiuti. Sono 165mila le imprese dei rifiuti. Il rischio radioattività
La Commissione parlamentare Ecomafie ha ascoltato l’Albo smaltitori e il comandante dei vigili del fuoco. Sono 6mila i commercianti e gli intermediari di rifiuti
La Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali ad esse correlati ha ascoltato in audizione il presidente dell'Albo nazionale gestori ambientali, Eugenio Onori, sul tema delle imprese di smaltimento e, in un’altra audizione, il comandante del Corpo Nazionale dei Vigili del fuoco Fabio Dattilo sul tema dei rifiuti radioattivi. Dattilo ha spiegato che, in caso di emergenze nucleari e radiologiche, tutto il personale dei Vigili del fuoco è preparato, a vari livelli di competenza, ad affrontare ogni tipo di intervento, grazie alla formazione di base. Secondo quanto riferito, le squadre dei Vigili del fuoco sono anche dotate di strumentazione radiometrica. Inoltre, in Italia è attiva una rete di allarme e rilevamento della ricaduta radioattiva, di cui il Corpo nazionale si avvale per il monitoraggio costante dei livelli di radioattività sul territorio nazionale.
L’Albo smaltitori
Onori ha riferito che hanno l'obbligo di iscriversi all'Albo le imprese che svolgono attività di raccolta e trasporto di rifiuti, sia sul territorio nazionale che in ambito transfrontaliero, di bonifica dei siti, di bonifica dei beni contenenti amianto, di commercio e intermediazione dei rifiuti senza detenzione.
Onori ha spiegato che l'Albo è articolato in un Comitato nazionale, con sede presso il Ministero dell'Ambiente, e sezioni regionali con sede presso le Camere di commercio dei capoluoghi di regione. I componenti di questi organismi sono nominati con decreto del Ministero dell'Ambiente. Il presidente del’albo ha inoltre fornito alcuni numeri sulle aziende iscritte.
Albo: quante aziende
Il totale degli iscritti ammonta a circa 165mila imprese, di cui oltre 136mila imprese iscritte per il trasporto dei propri rifiuti con circa 321.400 veicoli. Secondo quanto riferito, le imprese iscritte per trasporto rifiuti conto terzi sono circa 19mila, per un totale di 273mila veicoli, mentre le società iscritte che effettuano commercio e intermediazione di rifiuti senza detenzione sono oltre 6mila. Tra gli iscritti ci sono inoltre circa 1.300 imprese operanti nella bonifica di siti e circa 2.300 aziende attive nella bonifica di beni contenenti amianto, oltre a 600 imprese di piccoli raccoglitori di rifiuti per i quali è prevista una procedura di iscrizione semplificata. Sono invece 1.100 le società iscritte che effettuano esclusivamente trasporto transfrontaliero di rifiuti, con circa 33.700 veicoli.
Albo: il problema dei Raee
Nel settore della gestione dei rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche (Raee), gli iscritti all'Albo sono 7.400, per 10.700 veicoli.
Secondo quanto riferito da Onori, i numeri relativi alla gestione dei Raee sono molto inferiori alla platea effettiva di soggetti obbligati all'iscrizione, ossia distributori e installatori di apparecchiature. Riguardo al tema del possesso dei requisiti morali da parte degli iscritti, Onori ha dichiarato di avere difficoltà nell'applicazione della normativa antimafia.
Albo: l’interdittiva antimafia
Secondo quanto riferito, nel corso di quest'anno sono state cancellate 20 aziende per provvedimenti di interdittiva antimafia, ma 5 di queste sono state poi iscritte nuovamente a seguito di ricorsi e sentenze della giustizia amministrativa. Onori ha riferito che l'Albo ritiene la sussistenza di un'interdittiva quale condizione ostativa all'iscrizione. Tuttavia, secondo quanto dichiarato da Onori sarebbe necessaria una norma di legge che preveda esplicitamente il divieto di iscrizione per il destinatario di interdittiva. Il presidente ha spiegato inoltre che, a seguito di una sentenza del Consiglio di stato, i Comuni che vogliono gestire in autonomia il servizio di raccolta e trasporto di rifiuti urbani possono iscriversi all'Albo.
Rifiuti radioattivi: norme arretrate
Sul fronte normativo, Dattilo ha spiegato tra l'altro che il mancato recepimento della direttiva 2013/59/Euratom ha dato luogo a una procedura di infrazione: al momento sono in corso incontri interministeriali per arrivare a una definizione del provvedimento, a valle dell'emanazione della legge delega per il Governo. Tra le altre cose, secondo quanto riferito, la bozza normativa in elaborazione mantiene in essere la possibilità di dotarsi di squadre speciali di intervento per incidenti che coinvolgano sostanze radioattive.
Rifiuti radioattivi: le squadre
Ad oggi esistono 22 squadre di questo tipo, rappresentate dai Nuclei avanzati Nucleari e radiologici dei Vigili del fuoco. Tali Nuclei sono composti però da unità che non si occupano esclusivamente della materia nucleare e che in caso di emergenza potrebbero dunque essere non immediatamente disponibili. Per garantire invece una piena e continua operatività, ha dichiarato Dattilo, sarebbe necessario potenziare le risorse umane costituendo 19 nuclei (18 regionali, più uno centrale), composti da 28 unità ciascuno.
Rifiuti radioattivi: la procedura
Secondo quanto riferito, in caso di allarme, di segnalazione di anomalie radiometriche o presenza di livelli anomali di radioattività di giustificato sospetto, il Corpo interviene con personale dei nuclei NR che effettuano misurazioni con la strumentazione specifica. I Vigili del fuoco intervengono anche in caso di attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti o quando ci sia il sospetto che tali rifiuti siano radioattivi. Considerando la possibile presenza tra i rifiuti di sostanze radioattive, Dattilo ha spiegato che, in caso di roghi, sarebbe necessario l'intervento di una squadra speciale dei Vigili del fuoco per svolgere le opportune verifiche con strumentazione radiometrica e orientare così le operazioni di spegnimento.
Gli incendi dei rifiuti
Il comandante ha fornito anche un aggiornamento sul tema degli incendi negli impianti di rifiuti, oggetto di una precedente audizione. Secondo quanto riferito, il gruppo di lavoro dei Vigili del fuoco a cui hanno partecipato anche rappresentanti del Ministero dell'Ambiente ha elaborato una regola tecnica per la prevenzione degli incendi negli impianti di stoccaggio rifiuti: il documento sarà portato all'esame del Comitato centrale tecnico scientifico per la prevenzione incendi prevista per il prossimo 16 ottobre. Per quanto riguarda il decreto n.113 del 4 ottobre 2018, art. 26-bis, concernente i piani di emergenza interna per gli impianti di stoccaggio e lavorazione dei rifiuti, l'audito ha segnalato alcune perplessità applicative, tra cui alcune difficoltà nell'individuazione degli impianti soggetti alla norma.
Il commento di Vignaroli
"Nel settore della gestione dei rifiuti, l'aspetto della legalità e del possesso dei requisiti morali è fondamentale. Solo così si assicurano il rispetto della normativa ambientale e la tutela del bene comune ambiente. Auspico che in quest'ottica anche l'Albo dei gestori ambientali possa fornire il suo contributo perché nel settore dei rifiuti vinca la legalità", dichiara il presidente della Commissione Ecomafie Stefano Vignaroli.