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Sbuffando. Dalla Circumvesuviana alla Roma-Ostia, ecco le peggiori ferrovie d’Italia. (Anche al Nord)

where Roma when Lun, 27/02/2023 who roberto

Legambiente ha presentato l’edizione 2023 di Pendolaria. Troppo lento il ritorno green ai viaggi in treno. Avanza solo la metropolitana di Milano. Battibecco Legambiente contro Lega

"Nonostante dei timidi miglioramenticircumvesuviana.jpg, in Italia la transizione ecologica dei trasporti è ancora troppo lenta", denuncia la Legambiente nell’edizione 2023 del rapporto Pendolaria, il documento che analizza lo stato dei trasporti in ferrovia, sui tram, sulle metropolitane e sugli altri veicoli a rotaia. Gli italiani fuggono quanto più possibile dal tornare a viaggiare su treni di cattiva qualità, con orari utili solamente a studenti e operai e non a tutto il resto della cittadinanza, su linee sempre più limitate e sempre meno frequentate. E appena possono, i cittadini si rifugiano nel mezzo privato, che risulta alla fine più competitivo. Fanno eccezione le città con un servizio puntuale, frequente e con una rete ferroviaria o metropolitana molto fitta che offre ai cittadini un servizio competitivo rispetto al veicolo privato.
 
I numeri di Pendolaria
"Dal 2018 al 2022 le inaugurazioni di nuovi binari in città sono state inadeguate, parliamo di un ritmo di un chilometro e mezzo all’anno di nuove metropolitane. Nel 2018 sono stati inaugurati 600 metri di linea, nel 2019 e 2020 neanche un tratto di nuove linee, nel 2021 appena 1,7 chilometri, mentre nel 2022 il dato sale a 5,3 chilometri grazie all’apertura del primo tratto della M4 a Milano".
"A pesare soprattutto sul trasporto su ferro, con pesanti ripercussioni sul sud Italia, sono i continui ritardi infrastrutturali, i treni poco frequenti, le linee a binario unico, la lentezza nella riattivazione delle linee ferroviarie interrotte, chiuse e dismesse, e poi le risorse economiche inadeguate. Dall’altra parte, il trasporto pendolare risente ancora degli effetti della pandemia: seppur cresciuto, il numero dei pendolari non raggiunge ancora i livelli del periodo pre-pandemico", spiega l'associazione.
"Anche sulle nuove tranvie il dato medio dell’ultimo quinquennio è da dimenticare, ossia 2,1 chilometri all’anno: 5,5 chilometri inaugurati nel 2018, altri 5 nel 2019, nessun chilometro aperto negli ultimi tre anni. Persistono le differenze nelle aree del Paese, e a pagarne lo scotto è soprattutto il Mezzogiorno, dove circolano meno treni, i convogli sono più vecchi, con un’età media di 18,5 anni, in calo rispetto ai 19,2 del 2020 ma molto più elevata degli 11,9 anni di quelli del nord, e viaggiano su linee in larga parte a binario unico e non elettrificate".
 
Il servizio che non serve

Le corse dei treni regionali in Sicilia, ad esempio, "sono ogni giorno 506 contro le 2.173 della Lombardia, quando la popolazione in Lombardia è pari al doppio dei siciliani (rispettivamente 10 e 5 milioni) con un’estensione inferiore a quella dell’isola. Emblematico è che tra Napoli e Bari non esistano, ancora oggi, treni diretti o che esistano situazioni come quella della linea Palermo-Trapani, via Milo (chiusa dal 2013 a causa di alcuni smottamenti di terreno), della Caltagirone-Gela (chiusa a causa del crollo del Ponte Carbone l’8 maggio 2011) e della tratta Corato-Andria in Puglia (ancora inattiva dopo 6 anni e mezzo dal tragico incidente del 12 luglio 2016 che causò 23 morti)".
 
Le linee peggiori
Il rapporto Pendolaria della Legambiente elenca le linee peggiori d’Italia:
le Circumvesuviane di Napoli
Roma-Lido
Roma Nord-Viterbo
Catania-Caltagirone-Gela 
Milano-Mortara
Verona-Rovigo
Rovigo-Chioggia
Genova-Acqui-Asti
Novara-Biella-Santhià
Trento-Bassano del Grappa
Portomaggiore-Bologna
Bari-Bitritto. 

Ovviamente si investe sull’auto
I cittadini rifuggono la qualità modesta del servizio ferroviario e si rifugiano sull’auto, e in un circolo vizioso vengono ridotti gli investimenti nel servizio ferroviario e aumentati quelli per le auto. "Negli undici anni dal 2010 al 2020, sono stati fatti più investimenti sulle infrastrutture per il trasporto su gomma che su ferro. Stando ai dati del Conto nazionale trasporti, dal 2010 al 2020 sono stati realizzati 310 chilometri di autostrade, a cui si aggiungono migliaia di chilometri di strade nazionali, a fronte di 91 chilometri di metropolitane e 63 chilometri di tranvie".
 
Bisogna investire sui treni
Per Legambiente, "è fondamentale che il tema dei pendolari e del trasporto su ferro diventi davvero una priorità per il governo Meloni, prevedendo maggiori risorse economiche pari a 500 milioni l’anno per rafforzare il servizio ferroviario regionale (per acquisto e revamping dei treni) e 1,5 miliardi l’anno per realizzare linee metropolitane, tranvie, linee suburbane. Si tratta complessivamente di 2 miliardi di euro all’anno fino al 2030.
 
Il presidente Ciafani contro Matteo Salvini

Dice il presidente della Legambiente, Stefano Ciafani: “È fondamentale invertire la rotta e puntare su importanti investimenti per la cura del ferro del nostro Paese, smettendola di rincorrere inutili opere come il Ponte sullo Stretto di Messina. Occorre investire in servizi, treni moderni, interconnessioni tra i vari mezzi di trasporto e con la mobilità dolce, in linee ferroviarie urbane, suburbane ed extraurbane, potenziando il servizio dei treni regionali e Intercity. Al ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini chiediamo di dedicare ai pendolari almeno la stessa attenzione che ha messo in questi mesi per il rilancio dei cantieri delle grandi opere”.
 
La leghista Tardino replica a Ciafani e sostiene Salvini
“C’è chi preferisce criticare e chi, come il ministro Salvini, lavora per ottenere risultati concreti. Prima di riproporre le solite ricette del no, inviterei Legambiente a meglio informarsi e adeguarsi alla realtà politica e legislativa in tema di trasporti e infrastrutture. Definire il Ponte sullo Stretto un’inutile opera rincorsa dal Ministro Salvini, oltre a essere ingeneroso, prova ancora una volta la prevalenza dell’ideologia sulle reali necessità dei cittadini. Vorrei ricordare al presidente di Legambiente, intervenuto a margine della presentazione del nuovo rapporto Pendolaria 2023, che il Ponte non avrà solo la funzione di collegare Messina e Reggio Calabria, ma è parte di un disegno di sviluppo più complesso anche in ottica continentale, necessario per chiudere un corridoio infrastrutturale europeo di fondamentale importanza, capace di dare prospettive concrete ai nostri giovani, alle aziende e al territorio tutto. Forse a qualcuno dà fastidio che dopo anni di promesse e chiacchiere da parte della solita politica, grazie al ministro Matteo Salvini si sia passati ai fatti, accelerando, in sinergia con il nostro lavoro a Bruxelles, il lavoro di creazione e modernizzazione su diversi cantieri e sul Ponte, che coinvolgerà anche l’alta velocità su linea ferrata e su strada nell’intera isola, per dare vita non ad una cattedrale nel deserto, ma a un’opera strategica per tutto il Paese”. Così in una nota Annalisa Tardino, europarlamentare siciliana della Lega, componente della commissione Trasporti del Parlamento Europeo.
 
Focus sulla Lombardia
Nel 2019 in Lombardia si contavano 820mila viaggiatori al giorno sui treni regionali, nel 2021 si è registrato un calo del -30,5% arrivando ai livelli simili al 2009, ed anche nel 2022 le stime per la Lombardia attestano che un viaggiatore su 5 ha abbandonato il treno dopo l’epidemia.
Dice Barbara Meggetto, presidente della Legambiente Lombardia: “La preoccupazione dovrebbe essere quella di recuperare gli oltre 150.000 viaggiatori al giorno che, dopo la fine del periodo pandemico, non sono ancora tornati ad occupare i loro posti sulle carrozze. O si è capaci di rispondere oppure meglio aprire il servizio ferroviario regionale alla concorrenza accettando l’ingresso di operatori più competitivi”.
 
Le linee peggiori della Lombardia
Secondo Pendolaria, sono tutte pavesi le direttrici ferroviarie tra le linee peggiori della Lombardia. Ma se il primo posto riguarda una diramazione secondaria, tra Voghera e Stradella, su cui viaggiano per breve tratto poche centinaia di viaggiatori, al secondo troviamo la ferrovia che, passando per Mortara, Vigevano e Abbiategrasso, trasporta ogni giorno a Milano un carico di oltre 16mila passeggeri (erano 20mila pre-pandemia).
Il raddoppio del tratto tra Albairate e Mortara, di circa 26 chilometri, risulta il nodo principale da risolvere per consentire un miglioramento del servizio. Gli interventi infrastrutturali ancora da completare sono sospesi fino al loro finanziamento e mancano poco meno di 177 milioni di euro sui 572 milioni previsti per l’intera opera. Una linea che dal 1870, anno della sua inaugurazione, è rimasta a singolo binario, con le limitazioni e i disservizi che ci si può aspettare da una infrastruttura che non è stata mai realmente ristrutturata nell’arco di oltre 150 anni.
Tra le altre linee che subiscono costanti disagi in questa regione vanno segnalate la Milano-Lecco-Sondrio, la Brescia-Cremona e la Brescia-Casalmaggiore-Parma, con soppressione di corse e tagli ai collegamenti serali verso i capoluoghi delle province più periferiche. O la Brescia-Edolo, la cui offerta si compone di treni con cadenzamento nemmeno biorario, su orari che non tengono nessun conto delle esigenze dell’utenza e con una percorrenza, su un tratto complessivo di 100 chilometri, mai inferiore alle due ore, ma spesso molto superiore a causa di frequenti interruzioni della linea dovute a materiale e infrastrutture ammalorate e vetuste.
 
Non tutto male. Ecco che cosa funziona bene
Nel dossier Pendolaria spazio anche alle buone pratiche. In Lombardia si annoverano la nuova velostazione Ferrovienord a Cislago (Varese); il parcheggio è dotato di help point, sistema di videosorveglianza e illuminazione notturna per garantire la sicurezza in qualsiasi momento. A Milano l’apertura della M4 blu, inaugurata il 26 novembre 2022 nel tratto più a est che collega l’aeroporto di Milano Linate (Segrate) con Dateo. La frequenza dei treni negli orari di punta può arrivare a 90 secondi fra un convoglio e l’altro. Il prossimo giugno 2023 dovrebbero vedere l’apertura altre due stazioni, nella tratta Dateo-San Babila con la connessione con la M1, mentre il completamento dei lavori è previsto per il 2024 con 21 fermate per un totale di 15 chilometri. A Dubino (Sondrio) il rifacimento della stazione per la Valchiavenna.
 
Il dossier completo: https://www.legambientelombardia.it/...

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