Queste le sette priorità del ministero dell’Ambiente. Una nuova legge sui parchi. Milioni di alberi
Nuovi documenti. Il programma per il triennio 2024-2026 per la sicurezza energetica, il clima, la transizione ecologica. Il link ai progetti sulla struttura del PNRR
Sono sette le priorità politiche che il ministero dell’Ambiente si è prefissato per il 2024 e per il triennio 2024-2026. Lo si legge nell’atto di indirizzo adottato dal ministero, documento pubblicato nei giorni scorsi. Questi sette obiettivi sono quelli, piuttosto prevedibili, che verrebbero adottati da qualsiasi pianificazione ambientale ed energetica che guardi alle tendenze delle politiche del presente. L’atto di indirizzo si si rivolge, in particolare, ai “Centri di responsabilità amministrativa” del ministero, cioè a dirigenti e funzionari che hanno capacità di spesa.
Nel dettaglio, “tenuto conto del quadro di riferimento”, le priorità politiche del ministero sono (1) Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) e Piano nazionale integrato per l’energia e il clima (PNIEC); (2) sicurezza energetica, decarbonizzazione e sostenibilità; (3) economia circolare e prevenzione dell’inquinamento atmosferico; (4) tutela della biodiversità e degli ecosistemi terrestri, costieri e marini; (5) prevenzione e mitigazione del dissesto idrogeologico, difesa del suolo, tutela della risorsa idrica e risanamento ambientale; (6) azioni internazionali per la transizione ecologica e per lo sviluppo sostenibile; (7) efficienza amministrativa, transizione burocratica ed educazione ambientale.
La tutela della natura
Qualche dettaglio aggiuntivo sul punto naturalistico sulla biodiversità e gli ecosistemi. L’atto di indirizzo elenca “l’attuazione della Strategia nazionale per la biodiversità, efficientamento della gestione della Rete natura 2000, riforma e innovazione della governance e del sistema di gestione degli enti parco nazionale e delle aree marine protette e digitalizzazione dei parchi e delle aree marine protette, prevenzione e mitigazione dell’inquinamento marino e riduzione degli impatti antropici sugli ecosistemi”. In sostanza il ministero dell’Ambiente vuole modificare le legge sulle aree protette.
Riformare parchi e aree protette
L’obiettivo primario è costituto dall’avvio di una profonda riforma e innovazione della governance e del sistema di gestione degli enti parco nazionale e della aree marine protette, operando una revisione e un aggiornamento della legge n. 394/1991, che nel corso degli anni è stata oggetto di una serie di modificazioni che hanno comportato per esempio la soppressione del principale strumento di programmazione: il programma triennale per le aree naturali protette, soppresso dall’art. 76 del decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 112.
La normativa attuale è lenta
I parchi nazionali italiani occupano una estensione di oltre sedicimila chilometri quadrati, circa il 6% della superficie nazionale e l’Italia è uno dei paesi con più parchi in Europa. Il più recente parco nazionale – quello dell’isola di Pantelleria – è stato istituito nel 2016, i procedimenti di istituzione dei nuovi parchi sono fermi da anni. Inoltre, la maggior parte dei parchi non ha ancora adottato il Piano per il parco che costituisce lo strumento di indirizzo fondamentale e ancor meno sono i parchi per i quali è vigente il Regolamento del Parco, strumento operativo essenziale.
Milioni di alberi da piantare
Significativo è l’intervento previsto nel PNRR M2C4 3.1 “Tutela e valorizzazione del verde urbano ed extraurbano”, finalizzato alla forestazione urbana e periurbana nelle aree vaste delle 14 città metropolitane, con la posa di 6,6 milioni di alberi, al 2026, per la tutela della biodiversità e l’efficientamento dei servizi ecosistemici, per contrastare il superamento dei limiti d’inquinamento atmosferico, per agevolare l’assorbimento di CO2 e per mitigare gli effetti delle “isole di calore”, per migliorare la salute e il benessere dei cittadini.
Alcuni progetti, dalla digitalizzazione ai porti verdi
L’intervento M2C4 3.2 – Digitalizzazione dei parchi nazionali e delle aree marine protette – pone al centro un processo complesso di digitalizzazione che costituisce uno strumento più dinamico per il monitoraggio della biodiversità, ma anche per ottenere l’implementazione dei sistemi di sorveglianza dei percorsi ciclabili e dei sentieri all’interno del perimetro dei parchi nazionali, nonché di emergenza e soccorso dei visitatori.
Anche l’investimento – M2C4 3.3 “Rinaturazione dell’area del Po”- è rilevante quale progetto pilota per una serie di azioni tese a ridurre l’artificialità dell’alveo del fiume e riforestarne diffusamente le sponde, con gli obiettivi principali di regolazione del ciclo idrologico, della connettività ecologica ripariale, della capacità autodepurativa e di protezione dall’erosione.
L’investimento M3C2 1.1 denominato “Porti verdi” consentirà alle Autorità di sistema portuali, attraverso progetti integrati per interventi di efficientamento energetico con l’uso di energie rinnovabili e la riduzione dei consumi, di rendere le attività portuali sostenibili dal punto di vista ambientale e compatibili con i contesti urbani di collocazione.
Tutti i progetti https://www.mase.gov.it/pagina/pnrr/...