Spreco alimentare. Ecco le buone pratiche suggerite dall’Enea e la Spesa Sospesa di Regusto
Il 5 febbraio ricorre la giornata nazionale contro lo spreco di cibo. I consigli e i dati. Sprecati nel mondo 931 milioni di tonnellate di alimenti
Buone pratiche e nuovi approcci sostenibili per contrastare gli sprechi alimentari e recuperare cibo non più utilizzabile. Ma anche tecnologie innovative per l’agricoltura e processi avanzati per trasformare gli scarti in nuovi prodotti ad alto valore aggiunto per i settori agroalimentare, zootecnico e nutraceutico. Sono alcune delle soluzioni illustrate nello studio “Verso la circolarità del sistema agroalimentare: modelli di business e buone pratiche” che Enea presenta in occasione della Giornata nazionale di prevenzione dello spreco alimentare che ricorre ogni anno il 5 febbraio, in occasione della quale il progetto SpesaSospesa e Regusto presentano il resoconto dei beni alimentari recuperati e distribuiti alle famiglie più fragili sul territorio nazionale. Sono state recuperate e distribuite oltre 9.000 tonnellate di beni di prima necessità, l’equivalente di 19 milioni di pasti, evitando che il cibo in eccedenza delle aziende della filiera alimentare venisse sprecato, producendo un danno economico ma anche ambientale. Recuperati solo nell’ultimo anno oltre 1 milione di pasti equivalenti.
Le idee Enea
Lo studio, che prende in esame tutti i segmenti del sistema agroalimentare (primario, trasformazione, distribuzione e consumo), è stato realizzato nell’ambito della Piattaforma italiana per l’economia circolare (Icesp), promossa da Enea per rafforzare il ruolo dell’Italia nello sviluppo e nella diffusione di strategie circolari ad alto valore aggiunto ed incrementare la rappresentatività del nostro Paese nella comunità internazionale.
Alcune delle iniziative più innovative illustrate nel rapporto sono gli “Atlanti del cibo”, che hanno come obiettivo la costruzione di una conoscenza approfondita sulle caratteristiche, le dinamiche di funzionamento, le criticità e i punti di forza del sistema alimentare metropolitano; il sistema di coltivazione idroponico per la produzione di cibo di altissima qualità grazie all’utilizzo di scarti alimentari e degli insetti come fonte proteica naturale nei mangimi.
“Il modo in cui ci nutriamo è responsabile di almeno un terzo delle emissioni di gas serra sul pianeta a causa dell’utilizzo dei fertilizzanti chimici in agricoltura, delle monocolture e degli allevamenti intensivi”, sottolinea Chiara Nobili, della divisione Enea di biotecnologie e agroindustria e coordinatrice del sottogruppo Agrifood di Icesp. “Tuttavia, i processi produttivi non sono gli unici responsabili del cambiamento climatico: anche lo spreco alimentare, inteso come i prodotti invenduti, o persi lungo la filiera e l’esubero di cibo tra le mura domestiche, ha un impatto ambientale, che può essere misurato attraverso le emissioni di CO2 impiegate per produrlo, ma anche economico e sociale”.
Tra le innovazioni presentate nello studio, anche soluzioni per ridurre le emissioni nelle aziende vinicole, tecniche per la rinaturalizzazione di aree agricole e umide, ma anche processi avanzati per trasformare le lane di scarto degli allevamenti in fertilizzanti organici, iniziative sul territorio per promuovere il recupero e l’acquisto di cibi cosiddetti di “seconda scelta” e nuovi processi agroalimentari ecodesigned per prodotti biologici ad alto valore nutrizionale e di salubrità.
I dati Unep e Fao
Secondo Unep, a livello mondiale, abbiamo prodotto 931 milioni di tonnellate di rifiuti alimentari (dati 2019): il 61% proviene da scarti domestici, il 26% dalla ristorazione e il 13% dalla vendita al dettaglio. Inoltre, secondo il rapporto Fao sullo stato del cibo e dell’agricoltura, si stima che circa il 14% della produzione alimentare globale viene perso durante le fasi della filiera produttiva. L’ultimo Rapporto Waste Watcher registra tuttavia un cambiamento di rotta sul fronte dello spreco alimentare a livello globale, con una diminuzione accentuata soprattutto nei Paesi più industrializzati (Stati Uniti -35%, Germania -43%, Spagna -40%, Francia -32%). L’Italia si attesta intorno al -12% grazie ai comportamenti più virtuosi di produttori e consumatori che nel 2023 hanno sprecato circa 250 grammi di cibo in meno a settimana rispetto al 2021.
Miliardi di tonnellate di CO2
“Le perdite alimentari causano ogni anno l’emissione di 1,5 giga tonnellate di CO2 equivalenti e si stima che circa il 10% delle emissioni di gas serra globali sia associato al cibo che non viene consumato”, evidenzia Massimo Iannetta responsabile della divisione biotecnologie e agroindustria dell’Enea. “Per questo riteniamo che limitare le perdite e gli sprechi di cibo sia un obiettivo strategico non solo per ridurre l’utilizzo delle risorse naturali, ma anche per rafforzare la competitività delle imprese, favorendo il passaggio da un’economia lineare a una circolare. Tutto ciò - aggiunge Iannetta – da raggiungere attraverso approcci olistici che includono agricoltura di precisione, uso efficiente delle risorse, contrasto alle emergenze fitosanitarie, ma anche tracciabilità, qualità, sicurezza dei prodotti, alimenti funzionali, dieta personalizzata, packaging innovativo e smart devices per un consumo più consapevole e attento agli sprechi” conclude.
La SpesaSospesa e Regusto
In occasione della Giornata nazionale di prevenzione allo spreco alimentare, che si celebra ogni anno il 5 febbraio, il progetto SpesaSospesa.org e Regusto presentano il resoconto dei beni alimentari recuperati e distribuiti alle famiglie più fragili sul territorio nazionale. Recuperate e distribuite oltre 9.000 tonnellate di beni di prima necessità, l’equivalente di 19 milioni di pasti, evitando che il cibo in eccedenza delle aziende della filiera alimentare venisse sprecato, producendo un danno economico ma anche ambientale. Recuperati solo nell’ultimo anno oltre 1 milione di pasti equivalenti.
Che cos’è SpesaSospesa
SpesaSospesa.org è il progetto di solidarietà circolare di Fondazione Lab00 ETS, nato nel 2020 per sostenere persone in difficoltà economica e sociale anche temporanea. Un modello virtuoso e sostenibile che grazie alla piattaforma digitale Regusto, partner tecnologico e co-fondatore del progetto, permette di gestire le transazioni di beni di prima necessità garantendo la massima trasparenza attraverso la digitalizzazione e tracciabilità dei flussi. Attraverso la piattaforma Regusto le imprese alimentari e non alimentari, catene di distribuzione e produttori locali possono donare i prodotti in eccedenza o in scadenza, ma anche venderli a prezzi sociali contribuendo così alla lotta allo spreco e all’impatto ambientale, certificando gli impatti positivi generati grazie al mancato smaltimento del prodotto.
Attraverso l’attività sinergica con imprese ed enti territoriali il progetto partecipa e contribuisce all’ecosistema circolare di Regusto che ha consentito il recupero e la distribuzione complessiva di oltre 9.000 tonnellate di prodotti alimentari a rischio spreco generando un impatto sociale di oltre 18 milioni di pasti equivalenti distribuiti (1 pasto equivalente = 0,5 kg di cibo donato) e un impatto ambientale di oltre 15.000 tonnellate di CO2 evitata grazie al mancato rifiuto del prodotto donato/recuperato.
Da inizio progetto SpesaSospesa.org ha inoltre raccolto più di 1,5 milioni di euro, fondi utilizzati per l’acquisto di beni di prima necessità messi a disposizione degli enti non profit. Obiettivi raggiunti anche grazie al sostegno di aziende e partner come Sorgenia, Sole365, Hexa Credit, Iveco Group e Haleon.
Regusto connette il più grande ecosistema circolare italiano con oltre 600 aziende (food e non-food), oltre 1000 enti non-profit che possono ottimizzare i propri processi di gestione dei prodotti a rischio spreco, sfruttando tutto il potenziale della tecnologia blockchain a garanzia di trasparenza e tracciabilità dei flussi e il monitoraggio degli impatti generati a livello sociale, ambientale ed economico connessi alla donazione, oltre ai vantaggi economici concessi dalla Legge 166/2016 (Legge Gadda). Complessivamente su Regusto è stata tracciata la donazione e il recupero di oltre 10.800 ton di prodotti alimentari e non alimentari a rischio spreco. L’impatto sociale generato supera i 19 milioni di pasti distribuiti. L’impatto ambientale si traduce in oltre 17.000 ton di CO2 evitate, 20 milioni di m3 di acqua risparmiata e circa 28 milioni di m2 di suolo risparmiato grazie al recupero virtuoso dei prodotti che non finiscono nel ciclo dei rifiuti.
Francesco Lasaponara, Presidente di Fondazione Lab00 ETS e fondatore di SpesaSospesa.org, commenta: “Le statistiche sullo spreco alimentare hanno ancora un impatto importante sulla nostra società. Con il progetto SpesaSospesa.org dal 2020 cerchiamo di invertire questo processo, provando a ridurre la distanza tra povertà crescente e spreco. Combattere lo spreco è possibile ed è un dovere per tutti noi, per questo è fondamentale parlarne e sensibilizzare sempre di più istituzioni, aziende, scuole e cittadini sugli effetti che questo fenomeno ha su società e ambiente”.
Marco Raspati, ceo di Recuperiamo e co-fondatore di Regusto, aggiunge: “L’attività di Regusto nasce nel 2016 con l’obiettivo di proporre soluzioni concrete per prevenire e ridurre lo spreco alimentare. Regusto è il primo portale per la gestione di attività sharing for charity e la nostra mission è sempre stata quella di generare impatto positivo creando valore dalla riduzione lo spreco. I risultati raggiunti soprattutto in questo ultimo anno di attività ci spingono a fare sempre meglio e sempre di più, contribuendo a generare un impatto sull’ambiente e i territori, offrendo alle aziende un vantaggio non solo sociale e ambientale ma anche economico”.
Lo studio “Verso la circolarità del sistema agroalimentare: modelli di business e buone pratiche” di Enea e Icesp: https://www.icesp.it/sites/default/f...