Tuttowwf. Gli allarmi. Una raccolta dei più recenti documenti dell’associazione
Lo stallo nell’azione climatica. Gli allevamenti padani. Il 90% della deforestazione è causato dall’alimentazione umana. Duemila eventi estremi in Italia dall’inizio dell’anno. Pniec: ambizioni insufficienti in 17 paesi tra cui l’Italia
Lo stallo nell’azione climatica
È indispensabile una vera scossa, un cambiamento radicale nell'ambizione, nell'azione e nei finanziamenti per il clima, in modo da invertire decisamente la rotta in questo decennio critico, chiede il Wwf. Una maggiore ambizione e una rapida attuazione dei piani nazionali per il clima (Ndc) e per la biodiversità (Nbsap) sono essenziali per garantire un futuro più sicuro al nostro pianeta. Due nuovi rapporti sul clima nel giro di pochi giorni, dopo l'Unep, hanno lanciato un doppio, drammatico allarme al mondo. Secondo l'Organizzazione meteorologica mondiale, le concentrazioni di gas serra hanno raggiunto un nuovo record nel 2023. Allo stesso tempo, il rapporto NDC Synthesis delle Nazioni Unite mostra che gli attuali piani climatici nazionali farebbero registrare una riduzione delle emissioni di appena il 2,6% rispetto ai livelli del 2019 entro la fine del decennio, una percentuale che non è capace di prevenire conseguenze ambientali ed economiche catastrofiche. In vista del vertice delle Nazioni Unite sul clima COP29, il Wwf chiede ai Paesi di tutto il mondo di rivedere al rialzo gli impegni e i finanziamenti per il clima. Nel corso del prossimo anno, è fondamentale che le nazioni si presentino con impegni climatici più ambiziosi, specifici e credibili, in linea con l'obiettivo di limitare il riscaldamento globale a 1,5°C. Mariagrazia Midulla, responsabile clima e energia del Wwf Italia, alla vigilia della Conferenza sul Clima che si terrà a Baku dall'11 al 22 Novembre, ha dichiarato: “Gli elevati livelli di gas serra sono purtroppo solo uno dei tanti record climatici battuti nel 2023. La scorsa settimana il programma ambientale delle Nazioni Unite aveva fornito altri dati sconfortanti sull'inadeguatezza dell'azione sul clima, con le politiche climatiche attuali saremmo destinati a un riscaldamento globale di 3,1°C. Questo deve fungere da sirena d'allarme per i decisori politici che si riuniranno tra due settimane in Azerbaigian, è necessaria una rapida virata, siamo arrivati a questo punto a forza di rinvii”.
Gli allevamenti padani
In occasione della Giornata Mondiale per gli Animali negli Allevamenti, le associazioni Greenpeace Italia, Isde Medici per l’Ambiente, Lipu, Terra! e Wwf hanno evidenziato numeri e impatti degli allevamenti intensivi nel convegno “Oltre gli allevamenti intensivi. Per una transizione agro-ecologica della zootecnia” (nella foto). Dati Ispra rivelano che gli allevamenti intensivi sono causa del 75% di tutte le emissioni di ammoniaca in Italia, la seconda fonte di formazione di polveri sottili nel nostro Paese, che ogni anno causano circa 50mila morti premature in Italia, in particolare in Pianura Padana, territorio non a caso con una massiccia presenza di allevamenti intensivi. Nell’intero comparto dell’agricoltura, il 79% delle emissioni di gas serra si deve agli allevamenti di animali destinati al consumo umano, che generano circa il 40% delle emissioni globali di metano. Le associazioni concludono che “anche per questo il cambiamento deve partire da un freno all’espansione degli allevamenti intensivi e passare per una progressiva riduzione del numero di animali allevati. Serve una moratoria sull’apertura di nuovi allevamenti intensivi e sull’aumento del numero di animali allevati in quelli già esistenti, in particolare nelle zone più inquinate dagli allevamenti intensivi, come molte aree della Pianura Padana”.
Mangiare le foreste
Wwf: Stop al cibo che mangia le foreste. Indispensabile non rinviare il regolamento Ue per un mercato alimentare anti-deforestazione. Posticipare di un anno significa perdere altri 3 milioni di ettari di foreste tropicali. Il sistema alimentare globale è intrinsecamente illogico. Utilizza il 40% della superficie terrestre libera da ghiacci, è la principale causa di perdita di biodiversità, è responsabile del 70% del consumo di acqua dolce e di oltre un quarto delle emissioni di gas serra. Ciononostante, quasi un terzo della popolazione mondiale non ha cibo a sufficienza. Il Wwf, nell’ambito della sua campagna Our Future, torna a richiedere alle istituzioni maggior cura del sistema alimentare e con esso delle risorse naturali e degli ecosistemi che sfrutta, riportando l’attenzione sui risultati della perdita di biodiversità analizzati nel Living Planet Report 2024. Il Wwf segnala che quasi il 90% della deforestazione, soprattutto nelle zone tropicali e subtropicali ricche di biodiversità, è causata dai nostri consumi. È indispensabile porre fine a tutto questo.
L'Unione europea è il secondo maggiore "importatore" di deforestazione tropicale al mondo dopo la Cina. Tra i paesi dell'UE, l'Italia è il secondo maggiore consumatore di materie prime a rischio di distruzione di natura, essendo responsabile della deforestazione di quasi 36mila ettari all’anno. Soia, olio di palma e carne bovina sono state le materie prime importate in Italia con associata la maggiore deforestazione tropicale. Ogni italiano con i consumi alimentari è responsabile della deforestazione di 6 metri quadrati l’anno. “Se il Parlamento e il Consiglio dell’Ue approveranno la proposta, le imprese avranno un anno in più per prepararsi ma ci sarà anche un anno in più per distruggere le foreste del Pianeta per fare spazio a coltivazioni, piantagioni e allevamenti” - afferma Eva Alessi, responsabile sostenibilità del Wwf Italia. - Rinviare di un anno significa che potremmo perdere (se il trend rimanesse uguale agli ultimi anni) altri 3 milioni di ettari, ossia 8 campi da calcio di foresta tropicale vergine ogni minuto”.
Duemila eventi estremi in Italia
1.899 eventi estremi di cui 212 tornado (52 nella prima metà di settembre, il 71% sulle coste tirreniche), 1.023 nubifragi (157 nella prima metà di settembre, il 91% sulle regioni del Centro-Nord), 664 grandinate con chicchi di grandi dimensioni (37 nella prima metà di settembre, record in Versilia con chicchi di diametro fra 7 e 9 cm): questi i dati raccolti dall’Osservatorio Anbi sulle Risorse Idriche, in Italia tra gennaio e metà settembre di quest'anno. Particolarmente colpita l’Emilia-Romagna che in un anno e mezzo ha registrato 3 alluvioni disastrose. Secondo il Wwf, l’informazione in Italia non affronta seriamente il problema del riscaldamento climatico, non unisce i puntini, non dà il senso delle conseguenze già in atto e del ritardo dell’azione per cercare di non far progredire il riscaldamento climatico di cui hanno interamente responsabilità le attività umane, a partire dall’uso dei combustibili fossili, e per affrontare l’enorme danno ormai provocato attraverso l’adattamento. Il Wwf rilancia l’attenzione sull’urgenza di perseguire seriamente la transizione verso un’energia e un’economia decarbonizzate, nonché di attuare il piano nazionale di adattamento per adeguare il territorio e le attività economiche alla nuova realtà e all’enorme aumento dei rischi. “Il piano nazionale Integrato Clima ed Energia (Pniec) non persegue seriamente né l’abbattimento delle emissioni climalteranti, né la transizione fuori dai combustibili fossili e gli obiettivi di triplicare le fonti energia rinnovabile e raddoppiare l’efficienza energetica, decisi dalla COP28 a Dubai lo scorso anno. Il piano nazionale di Adattamento al Cambiamento Climatico (Pnacc) è stato approvato finalmente alla fine dello scorso anno, ma poi è stato messo in un cassetto, non se ne sente più nemmeno parlare”, afferma Mariagrazia Midulla, responsabile clima e energia del Wwf Italia.
Pniec: ambizioni insufficienti
Il Climate Action Network (Can Europe) ha pubblicato il report “Mind the Necp Gap”, che analizza i principali dati sulle ambizioni e sulle lacune nell’attuazione dei Piani nazionali Integrati Energia e Clima (Pniec) in 17 paesi membri e ha aggiornato il “Necps Tracker”, un prezioso tool di monitoraggio dei Pniec che attraverso infografiche confronta l’ambizione dei Piani con gli obiettivi climatici al 2030 dell'Unione europea e i parametri energetici di riferimento. Il Tracker monitora, inoltre, se i governi nazionali stanno attuando i loro Pniec del 2019 come previsto. “Come Wwf Italia abbiamo contribuito alla raccolta dei dati e all’analisi del Pniec italiano, trasmesso dal Governo alla Commissione europea a luglio 2024. Nonostante l’Italia sia tra i pochi paesi membri ad aver trasmesso il Pniec, i suoi obiettivi, le politiche e le misure previste non sono sufficienti per raggiungere i target europei e garantire una rapida e giusta transizione. Il livello di ambizione dei Piani nazionali Energia e Clima nel loro complesso è ancora insufficiente non solo per rispettare gli impegni dell'Accordo di Parigi, ma anche per raggiungere gli obiettivi climatici e energetici dell'Ue per il 2030, il che rappresenterebbe una violazione della Legge europea sul clima», ha dichiarato Federico Mascolo, esperto di Pniec presso Can Europe.
Il rapporto integrale Can Europe https://caneurope.org/content/upload...