Nuova analisi dell’Enea. Calano i consumi di energia, ma cresce il petrolio
L’agenzia lancia un bollettino trimestrale su decarbonizzazione, sicurezza energetica e costo dell'energia
L’Enea lancia un nuovo prodotto d’analisi, un bollettino trimestrale su decarbonizzazione, sicurezza energetica e costo dell'energia. Tra i dati più significativi emersi nel primo numero: le imprese con consumi medio-bassi pagano elettricità circa il 30% in più rispetto a media Ue; nel 1° trimestre 2016 i consumi nazionali di energia sono in calo dello 0,6% (in parte spiegabile da inverno più mite), con un incremento dell'utilizzo dei prodotti petroliferi del 4% e una diminuzione del 5% del gas nel settore residenziale. In parallelo, nel mix della generazione elettrica è aumentato l'utilizzo di fonti fossili (gas +11%) e si è ridotto l'apporto delle rinnovabili, a causa del forte calo della produzione idroelettrica (-17%). Stabili, invece, nell'insieme, eolico e solare.
Il rapporto - Il report analizza il primo trimestre 2016 e le principali tendenze 2015 e fornisce, per la prima volta, una valutazione della transizione energetica verso un sistema a basso tenore di carbonio, attraverso un indice sintetico del livello di soddisfacimento del cosiddetto trilemma energetico: decarbonizzazione, sicurezza energetica e costo dell'energia.
Il calo della domanda - In dettaglio, nei primi tre mesi del 2016, i consumi di energia a livello nazionale hanno registrato un calo dello 0,6% (in parte spiegabile da inverno più mite), con un incremento dell'utilizzo dei prodotti petroliferi del 4% e una diminuzione del 5% del gas nel settore residenziale.
Fossile in aumento - In parallelo, nel mix della generazione elettrica è aumentato l'utilizzo di fonti fossili (gas +11%) e si è ridotto l'apporto delle rinnovabili, a causa del forte calo della produzione idroelettrica (-17%). Stabili, invece, nell'insieme, eolico e solare.
Il costo dell’energia - Le principali criticità sono legate al costo dell'energia, che incide sulla competitività del sistema produttivo: ad oggi, rileva l'Enea, il prezzo dell'energia elettrica pagato dalle imprese italiane con consumi medio-bassi resta di circa 4 centesimi di euro a kWh maggiore della media Ue, vale a dire il 30% in più (al netto delle imposte detraibili); questa voce ha mostrato un andamento ambivalente negli anni 2010-2015, con un progressivo disallineamento tra i prezzi italiani e quelli medi europei, registrando però un leggero miglioramento a partire dal 2013.
Sicurezza di fornitura - Riguardo alla sicurezza energetica, a fine 2015 il mercato elettrico continua a presentare le criticità emerse negli ultimi anni, come ad esempio la bassa redditività degli impianti di generazione. La stessa criticità caratterizza il settore della raffinazione, nonostante l'incremento dell'utilizzo degli impianti e un aumento dell'export di gasolio (+150%) e benzina (+ 20%) rispetto al 2014.
Il metano - Riguardo al gas naturale, il calo della domanda degli ultimi anni ha notevolmente allentato le tensioni, ma l'analisi mostra come eventi estremi (ma non escludibili a priori), come un'interruzione a fine inverno dell'approvvigionamento di gas dalla Russia, possano tuttora determinare rischi rilevanti.
Decarbonizzazione - In termini di decarbonizzazione, alla fine del 2015 l'Italia fa meglio del target Ue 2020 relativo alle emissioni di CO2 (che sono già inferiori del 34% rispetto al target), nonostante un incremento di oltre il 3% delle emissioni prodotte nell'arco dell'ultimo anno, principalmente a causa dell'aumento dei consumi di energia (+ 2,5% rispetto al 2014) e al maggiore ricorso alle fonti fossili (+3,8%).
Commenti - "La nuova metodologia di analisi messa a punto dai ricercatori dell'Enea - spiega Gaetano Borrelli, Responsabile dell'Unità Studi e Strategie dell'Enea - consente di fornire alla comunità scientifica e ai decision maker un servizio puntuale e tempestivo sugli elementi che contraddistinguono l'evoluzione del sistema energetico del Paese, con particolare riferimento alle sfide della transizione energetica".
"Complessivamente - spiega Francesco Gracceva, dell'Unità Studi e strategie Enea, responsabile del gruppo di ricerca che ha curato l'analisi - a fine 2015 l'Italia presenta un grado di soddisfacimento del trilemma energetico del 63%, risultante da una situazione positiva di superamento degli obiettivi di decarbonizzazione al 2020, combinata con la presenza di rilevanti criticità sul fronte dei costi dell'energia e della sicurezza energetica".