Petrolio. Accordo fatto: anche i Paesi non Opec tagliano la produzione. Prezzi in risalita
Dopo l’accordo Opec per tagliare la produzione di 1,2 milioni di barili al giorno, l'organizzazione è riuscita a convincere 12 paesi non aderenti a togliere dal mercato altri 558mila barili, 300mila dei quali per la sola Russia
L’Opec è riuscita: dopo aver concordato fra i Paesi aderenti un taglio della produzione da 1,2 milioni di barili al giorno, in un incontro che si è svolto a Vienna l'organizzazione dei paesi produttori di petrolio è riuscita a convincere a ridurre anch’essi la produzione 12 produttori non aderenti, che si sono impegnati a togliere dal mercato altri 558mila barili al giorno, vicino all’obiettivo individuato di 600mila barili. Lo ha detto il ministro del petrolio dell'Iraq, Jabar Ali Hussein al-Luaibi.
Il ministro dell'Energia russo Aleksandr Novak ha confermato che Mosca taglierà la propria produzione di petrolio di 300.000 barili al giorno. "Noi abbiamo annunciato i nostri impegni e li confermeremo", ha detto.
Per il ministro saudita Khalid al-Falih è un accordo storico. Si tratta infatti della prima intesa tra Opec e non Opec dopo 15 anni, dal lontano 2001. Per gli Emirati la porta è ora aperta agli altri Paesi che vorranno unirsi.
L'accordo sancisce il primo intervento congiunto tra paesi Opec e non da quindici anni a questa parte, ma una partecipazione così ampia non si vedeva dagli anni '70: a coordinarsi sono stati paesi responsabili di oltre il 50% dell'offerta petrolifera mondiale.
Oltre alla Russia, tra i grandi produttori hanno aderito l'Oman, il Messico, il Kazakistan, l’Azerbaigian, la Bolivia, il Brunei, la Guinea Equatoriale, la Malesia, il Sudan e il Sud Sudan.
L’offerta globale di petrolio verrebbe ridotta del 2 per cento. L’Opec intende dare via ai tagli già da gennaio.