Petrolio. Accordo Opec: tagliati 10 milioni di barili al giorno per sostenere il prezzo
Il taglio alla produzione passerà a 8 milioni di barili al giorno fino a dicembre e a 6 milioni di barili fino all’aprile del 2022. Tuttavia, a causa dei blocchi in tutto il mondo, la misura potrebbe essere insufficiente
L’OPEC, che riunisce i paesi produttori di petrolio ma anche alcuni paesi alleati, ha deciso dunque di diminuire di oltre un decimo la produzione mondiale, per adattarsi al calo della domanda seguito alla pandemia da coronavirus e alle misure restrittive adottate in tutto il mondo.
A maggio e a giugno la produzione mondiale di petrolio diminuirà di 10 milioni di barili al giorno, per provocare un rialzo dei prezzi. Poi il taglio alla produzione passerà a 8 milioni di barili al giorno fino a dicembre e a 6 milioni di barili fino all’aprile del 2022. Le trattative interne all’OPEC+ sono stati complicate dai disaccordi tra Arabia Saudita e Russia, che in vista delle riunioni di questi giorni avevano peraltro aumentato la produzione nel mese di marzo, contribuendo a far scendere il prezzo del petrolio ai minimi da 18 anni.
L’incognita blocchi - La battaglia tra arabi e russi e gli affetti del Covid-19 hanno travolto il mercato petrolifero, che negli ultimi mesi ha visto i prezzi del Wti scendere dagli oltre 60 dollari di inizio gennaio fino ai minimi dei giorni scorsi a poco più di 20 dollari. Discorso analogo anche per il Brent, le cui quotazioni sono piombate da quasi 70 dollari di inizio anno ai minimi di 22 dollari al barile tra le fine di marzo e l'inizio di aprile. L'intesa raggiunta ha già ridato fiato e ottimismo ai mercati, portando oggi i future sul Wti a toccare quasi 25 dollari. Secondo alcuni analisti, tuttavia, i tagli alla produzione potrebbero non avere in realtà l'impatto sperato sui prezzi, perché con il dilagare della pandemia da covid e i lockdown in molti paesi l'industria non compra e il mercato resta comunque depresso.
L’incognita Trump - Un'incognita importante a questo punto sono però gli Stati Uniti. Se infatti Arabia Saudita e Russia decidessero effettivamente di ridurre la produzione di greggio ma gli Usa non dovessero adeguarsi e seguire con una strategia analoga, i tagli potrebbero risultare insufficienti a compensare il forte deprezzamento degli ultimi mesi. E fino ad ora le intenzioni di Trump sembrano limitarsi a lasciar corso all'andamento del mercato per ridurre gradualmente la produzione.