Processo Eni Nigeria: difesa imputato produce carte, rinvio all’11 luglio
L’accusa è di corruzione internazionale, con al centro una sospetta maxi tangente da un miliardo e 92 milioni, versata da Eni e Shell a politici del Paese africano
Slitta al prossimo 11 luglio - a causa della mancanza di alcuni documenti della difesa di Obi Emeka, presunto intermediario nigeriano - l'udienza preliminare per corruzione internazionale, con al centro una sospetta maxi tangente da un miliardo e 92 milioni versata da Eni e Shell a politici del Paese africano e, si ipotizza, anche a ex manager del colosso petrolifero italiano, per l'acquisizione nel 2011 di un giacimento noto con la sigla 'Opl-245'.
Nei giorni scorsi infatti, dopo la rinuncia a rendere interrogatorio da parte di Obi Emeka e Gianluca Di Nardo, ritenuto uno dei mediatori italiani (l'altro è Luigi Bisignani) e imputato accanto, tra gli altri, all'ad del 'Cane a sei zampe' Claudio Descalzi, all' ex 'numero uno' Paolo Scaroni e all'ex ministro nigeriano Dan Etete, il gup Giusy Barbara ha modificato il calendario: ha cancellato le udienze dei giorni scorsi e ha dato tempo fino al 3 luglio al legale di Obi per produrre la documentazione, e ha rinviato il procedimento al prossimo 11 luglio, giorno in cui si potranno sia avanzare le richieste di giudizio abbreviato (forse lo chiederanno Obi e Di Nardo) sia rendere dichiarazioni spontanee, alle quali verrà dedicata anche l'udienza del 12 luglio. Si ritornerà poi in aula con le discussioni delle difese il 19 e 22 settembre e il 10 e 17 ottobre.