RepowerUE. Presentata la strategia europea che accelera il Green Deal e abbandona il gas russo
Si punta ad una strategia verde basata su rinnovabili, diversificazione delle fonti, rafforzamento degli stoccaggi comuni di gas ed efficienza energetica
La Commissione europea ha presentato il REPowerEU, la strategia europea per affrancarsi dalla dipendenza dal gas russo puntando sulla generazione elettrica da fonti rinnovabili, sulla diversificazione degli approvvigionamenti e sull’efficienza energetica. La strada scelta da Bruxelles è dunque quella di accelerare la transizione verde definita dal Green Deal, espandendo gli obiettivi verdi e accelerando le tempistiche già contenute nel pacchetto Fit for 55.
Rinnovabili e mix energetico
"La sostituzione di carbone, petrolio e gas naturale nei processi industriali ridurrà le emissioni di gas serra e rafforzerà la sicurezza e la competitività - si legge nel Piano - . Risparmio energetico, efficienza, sostituzione del carburante, elettrificazione e una maggiore diffusione di idrogeno, biogas e biometano rinnovabili da parte dell'industria, potrebbero far risparmiare fino a 35 miliardi di metri cubi di gas naturale entro il 2030, oltre a quanto previsto dalle proposte Fit for 55".
Tetto al prezzo del gas in caso di stop
"La Commissione faciliterà l'istituzione di un piano UE coordinato di riduzione della domanda con misure preventive di riduzione volontaria per essere pronte in caso di emergenza - si legge ancora nel documento. - In uno spirito di solidarietà, gli Stati membri meno colpiti potrebbero ridurre la loro domanda di gas a vantaggio degli Stati membri più colpiti. Per accompagnare queste misure, potrebbe essere necessario un massimale amministrativo del prezzo del gas a livello dell'UE in risposta a un'interruzione totale dell'approvvigionamento. Se introdotto, questo limite dovrebbe essere limitato alla durata dell'emergenza dell'UE e non dovrebbe compromettere la capacità dell'UE di attrarre fonti alternative di gasdotti e forniture di GNL e di ridurre la domanda".
Scorte gas e acquisti comuni
Il regolamento, spiega il Parlamento, mira anche ad assicurare che le strutture per lo stoccaggio del gas vengano riempite prima dell’inverno e che possano essere condivise tra gli Stati membri,"in uno spirito di solidarietà". I legislatori hanno concordato che le scorte debbano essere piene all’80% della capacità prima dell’inverno 2022-23 e al 90% prima degli inverni successivi. Nel 2022 l’Ue tenterà collettivamente di riempire gli stoccaggi sotterranei all’85%; gli obblighi di riempimento saranno limitati ad un volume pari al 35% del consumo medio negli ultimi cinque anni, per evitare un "impatto sproporzionato" su alcuni Stati membri che hanno una capacità di stoccaggio "significativa". L’accordo provvisorio prevede che gli Stati membri possano parzialmente soddisfare l’obiettivo del 90% contando anche le scorte di gas naturale liquefatto (Gnl) o di combustibili alternativi stoccati. Dato che non tutti gli Stati membri dispongono di strutture di stoccaggio sul proprio territorio, i legislatori hanno concordato che gli Stati membri privi di strutture simili debbano avere accesso alle riserve di gas in altri Paesi. Per condividere gli oneri finanziari connessi al riempimento delle scorte, gli Stati che non dispongono di strutture di stoccaggio sotterranee utilizzeranno una capacità di stoccaggio corrispondente al 15% del consumo medio annuo negli ultimi cinque anni. In alternativa, potranno organizzare sistemi alternativi di condivisione degli oneri
Stop alle caldaie a gas
Tra i provvedimenti contenuti sul fronte del risparmio energetico vi è quello che punta allo stop alla vendita delle caldaie autonome a gas entro il 2029. La Commissione Ue indica che intende arrivare all'obiettivo "attraverso limiti di progettazione ecocompatibile più rigorosi per i sistemi di riscaldamento, che implicano il 2029 come data finale per l'immissione sul mercato di caldaie a combustibili fossili autonome". L'azione sarà rafforzata "in parallelo" dal declassamento delle caldaie a combustibile fossile nelle etichette sulla performance energetica e dall'obiettivo di raddoppiare la diffusione delle pompe di calore.
Il piano finanziario
Il piano RePowerEu ha un fabbisogno finanziario di circa 210 miliardi di euro di qui al 2027. La Commissione Europea punta a finanziarlo in vari modi, ma principalmente utilizzando i 225 miliardi di euro di prestiti ancora non utilizzati della Recovery and Resilience Facility (Rrf), cuore di Next Generation Eu. I Paesi che hanno già fatto uso di tutti i prestiti disponibili della Rrf, come l'Italia, potranno comunque chiederne altri, perché quelli non utilizzati verranno redistribuiti a chi invece è interessato a farne uso, spiega un alto funzionario Ue. L'esecutivo comunitario propone inoltre di aumentare la dotazione finanziaria della Rrf con 20 miliardi di trasferimenti, raccolti tramite la vendita di quote di emissioni dell'Ets (Emissions Trading System) attualmente contenute nella riserva per la stabilizzazione del mercato, che verranno messe all'asta.
Le reazioni
"Il gas russo sarà sostituito per la maggior parte dalle rinnovabili, ma questa uscita non può avvenire da un giorno all'altro. Dovremmo differenziare e coprire 50 miliardi di metri cubi di gas liquido e 10 miliardi di metri cubi di gas addizionale da gasdotto attingendo ad altre fonti non russe. È un'azione che è iniziata nell'autunno scorso e ad aprile abbiamo battuto nuovamente il record di consegne di GNL con 12,6 miliardi di metri cubi, mentre c'è stata una riduzione del gas russo da gasdotto che è scesa al 26% rispetto al 40% dell'aprile dello scorso anno. Sostenere questi livelli ci mantiene nel percorso che porta a fare a meno dei 155 miliardi di metri cubi di gas". Così la commissaria Ue all'Energia, Kadri Simson, intervenendo alla plenaria del Parlamento europeo. “La spinta che dà alle rinnovabili è eccellente. Noi abbiamo un piano che supera i 70 GW di nuovi impianti al 2030 che sta già accelerando. Abbiamo oltre 3 GW di impianti che sono stati approvati e c’è un grosso numero di autorizzazioni che sono in fase di processamento”. Lo afferma il ministro della Transizione Ecologica, Roberto Cingolani.
Luca Bergamaschi, Direttore Esecutivo del think tank ECCO, afferma: “Nuove infrastrutture gas, legate a profitti regolati e garanzie pubbliche, con lunghi periodi di ammortamento contrastano con il rapido calo della domanda gas, stimata in meno 40% al 2030 rispetto al 2021. Così, insieme a contratti di lungo periodo fortemente esposti al rischio di prezzi elevati, rimarranno a carico di cittadini e imprese ben oltre i tempi della crisi, imprigionando l’Italia in una costosa dipendenza da fonti fossili e non facendo nulla per abbassare l’altissimo costo del gas in modo strutturale”. “Tutti gli sforzi per ridurre l'uso dei combustibili fossili sono necessari e il piano include una serie di buone proposte sull'efficienza energetica e sulle energie rinnovabili. Tuttavia, ci sono anche alcuni dettagli che rischiano di compromettere la transizione dell'UE verso un sistema energetico al 100% rinnovabile e rispettoso della natura”. Così il Wwf in una nota. Per Legambiente, “il nuovo pacchetto di misure pubblicato dalla Commissione Europea va in parte nella giusta direzione per superare la dipendenza energetica da Mosca e per accelerare la transizione energetica ed ecologica investendo, davvero, sulle fonti rinnovabili”. “Positivi - si legge in una nota l’associazione ambientalista - gli interventi previsti per le fonti pulite e il loro sviluppo, per l’efficientamento energetico e le comunità energetiche; da bocciare, invece, la previsione di nuovi investimenti, soprattutto per rigassificatori e gasdotti, di cui per l’associazione ambientalista non c’è bisogno".