La Russia non è stata pagata. Stop alle forniture gas all'Ucraina
Niente accordo tra Mosca e Kiev su prezzo del metano e pagamento debito. E ora l'Europa teme contraccolpi, ma Gazprom rassicura
Il tanto atteso e temuto taglio delle forniture di gas all'Ucraina è arrivato. Mosca aveva proposto in precedenza un prezzo di 385 dollari per mille metri cubi (con 100 dollari di sconto), proposta immediatamente respinta da Kiev.
E così la Russia ha deciso di tagliare tutte le sue forniture di gas naturale. “Le riserve di gas dell’Ucraina sono state ridotte a zero”, ha detto il ministro dell’energia ucraino, Jurij Prodan. La Russia aveva dato un ultimatum all’Ucraina, chiedendo di pagare una parte del debito sulle forniture di gas, pari a 1,95 miliardi di dollari, entro le 8 del 16 giugno.
La Gazprom, la più grande azienda di stato russa nel settore del gas, ha detto che d’ora in poi l’Ucraina riceverà gas naturale solo se pagherà le forniture in anticipo. Il 16 giugno la Gazprom e la sua controparte ucraina, la Naftogaz, hanno annunciato che ricorreranno entrambe all’Istituto arbitrale della camera di commercio di Stoccolma. La Gazprom vuole chiedere 4,45 miliardi di dollari all’Ucraina, la cifra che secondo l’azienda russa corrisponde al debito sulle forniture accumulato da Kiev negli ultimi anni. La Naftogaz, da parte sua, vuole dall’azienda russa 6 miliardi di dollari come risarcimento per i pagamenti in eccesso sulle forniture di gas, scrive il Moscow Times.
L’Unione europea riceve un terzo del suo gas naturale dalla Russia e metà di questo gas passa attraverso gli oleodotti ucraini. La Gazprom ha comunque rassicurato che continuerà a rifornire l’Europa “a pieno regime”.