Scenari. La Germania è per lo shale gas, la Francia rinvia, il G7 accelera
La sicurezza energetica è un obiettivo strategico. La svolta tedesca sul fracking e quella francese sul nucleare
La sicurezza energetica è una questione strategica per il G7: lo hanno indicato molti leader, da Barak Obama ad Angela Merkel, al termine della riunione dei capi di Stato e di Governo. Gli obiettivi di un accordo sugli impegni per la riduzione delle emissioni di CO2 entro il 2015 e della dipendenza dagli idrocarburi sono legati. Occorre anche una diversificazione degli approvvigionamenti energetici. La questione energia è stato uno dei punti più trattati nella discussione tematica del G7. La cancelliera tedesca Angela Merkel ha parlato specificatamente della necessità di ridurre la dipendenza dalla Russia di alcuni Paesi europei.
Si tratta di una prospettiva di medio-lungo periodo che non può essere improvvisata.
Nel frattempo anche la Germania (che partecipa al gasdotto North Stream di cui Gazprom ha il 51% e importa dalla Russia metà del gas che consuma) sta lavorando per togliere lo stop alla tecnica della fratturazione (fracking) per il gas di scisto (shale gas) con l'obiettivo di ridurre la dipendenza da Gazprom e migliorare la competitività rispetto all'industria americana.
L'adozione del progetto di legge sulla transazione energetica in Francia, che comprende grandi obiettivi, tra cui il dimezzamento della quota di energia nucleare nel paese entro il 2025 (contro il 75% attuale), è stato rinviato alla primavera del 2015, con un esame del testo in parlamento previsto in autunno.
Nel corso della seconda conferenza sull'ambiente che si è svolta nel settembre 2013, François Hollande si era impegnato affinché il decreto fosse "concluso entro la fine del 2014". L'obiettivo, per quanto difficile da raggiungere, è stato di recente ribadito dalla ministro dell'Ecologia francese Ségolène Royal.
Il rinvio dell'adozione del decreto è dovuto a mancanza di mezzi per finanziarlo.