Strategia energetica: le voci. Il parere della Finco
Secondo l’associazione industriale è necessario un coordinamento unico per tutte le politiche energetiche, evitando scelte contraddittorie
La Finco (Federazione delle Industrie dei Prodotti, degli Impianti, dei Servizi e delle Opere Specialistiche per le Costruzioni) ha presentato un documento in continuità con le proposte illustrate allo Sviluppo Economico il 21 novembre 2014 in cui esprime innanzitutto apprezzamento per il generale e complesso impianto di quella che diventerà la nuova Strategia Energetica nazionale. Il documento del Governo “ben potrebbe non solo, come da premessa stessa del Documento, migliorare la competitività del Paese, garantire maggiore sicurezza negli approvvigionamenti e contribuire a raggiungere gli obiettivi ambientali definiti per l’Italia a livello europeo, ma anche diventare strumento di crescita e di sviluppo sostenibile per il Paese”.
Tuttavia la Finco “ritiene siano necessari alcuni correttivi e precisazioni al fine di rendere più efficace l’intero impianto della Sen”, per esempio “sarebbe necessario un urgente intervento sui tutti i contributi che vengono a vario titolo indirizzati verso le fonti fossili”, a partire dai “sussidi negativi per l’ambiente”. La Finco chiede che vengano rafforzate le fonti rinnovabili programmabili (idroelettrico, biomasse, geotermia) “perché meno aleatorie di quelle intermittenti ed in grado pertanto di garantire una ragionevole sicurezza nell’approvvigionamento”. Più forza soprattutto alle nuove forme di geotermia a bassa entalpia, il cui ricorso è “penalizzato dalla assenza di una chiara regolamentazione nazionale e da una serie di ostacoli burocratici e di sistema”.
Un aspetto fondamentale per la Finco è il fatto che “tutta la materia energetica venga gestita in maniera unitaria, non potendosi avere molteplici centri di riferimento sia da un punto di vista territoriale che funzionale. A questo proposito la Cabina di Regina proposta nel Documento dovrebbe non solo fungere da interfaccia con l’Europa, ma anche indirizzare, grazie alla sua composizione collegiale ed alla contemporanea presenza di tutti gli interessi istituzionali coinvolti, i comportamenti nazionali. Necessaria, in ogni caso, la presenza di un soggetto primus inter pares (come potrebbe essere la Presidenza del Consiglio dei Ministri) cui deve potersi imputare la complessiva politica energetica nazionale”.