Strategie energetiche. Il Wwf chiede di fermare gli investimenti nel carbone
Secondo uno studio dell’istituto Ecofys, il carbone è il primo combustibile fossile di cui fare a meno. La ricetta proposta dagli ecologisti
Con l’Accordo di Parigi sul clima, i governi si sono pubblicamente impegnati a limitare l'aumento della temperatura media globale a 1,5 °C rispetto ai livelli preindustriali, e comunque ben al di sotto dei 2 °C, e il carbone è il primo combustibile fossile di cui fare a meno sulla strada della decarbonizzazione: è quanto afferma il Wwf con uno studio commissionato all’istituto Ecofys e rivolto particolarmente ai Paesi del G7 in previsione del vertice dei leader di fine mese in Giappone.
Meno carbone - “Al fine di onorare l’impegno assunto a Parigi – afferma il Wwf - è necessario che le economie mondiali operino al più presto il passaggio verso modelli energetici liberi dai combustibili fossili. Infatti, secondo gli scenari prospettati dall’International Panel on Climate Change (Ipcc - Panel scientifico Onu sul cambiamento climatico), il raggiungimento di questo obiettivo implica che prima del 2050 il settore dell’elettricità, a livello globale, dovrà essere decarbonizzato. Il carbone è il combustibile a maggiore impatto climatico e ambientale, nonché il primo di cui si possa fare a meno in tempi rapidi. Occorre quindi puntare decisamente verso questa direzione, non investendo nello sviluppo di tecnologie volte a migliorare le prestazioni del settore carbonifero”.
L’esperienza inglese - Il Wwf ricorda quanto fa per esempio il Regno Unito che, a dispetto della sua lunga tradizione nell’industria del carbone, sta procedendo alla chiusura di cinque centrali a carbone (su dieci totali) entro il 2016. “Esponenti del settore del carbone e alcuni governi hanno presentato la tecnologia Hele (High-Efficient Low-Emission – ossia tecnologia ad alta efficienza) come una tecnologia non inquinante che, se combinata alla Ccs (Carbon Capture and Storage – ossia una tecnologia per la cattura e lo stoccaggio del carbonio), condurrebbe ad ottenere centrali a carbone a emissioni nulle. Ma questo non basta: come dimostrato chiaramente nel rapporto redatto da Ecofys, il bilancio globale del carbonio e il tempo che ci rimane a disposizione per ridurre le emissioni di gas serra non consentono, semplicemente, la sostituzione dei vecchi impianti a carbone con nuove centrali a carbone dotate di questa tecnologia, anche se più efficienti di quelle vecchie”.
Le richieste - Il vertice del G7 di Ise-Shima in Giappone (26-28 maggio) offrirà l'opportunità alle principali economie avanzate del mondo di dare l'esempio e allineare le proprie politiche agli obiettivi di Cop21. Ai Paesi del G7, il Wwf chiede di porre immediatamente fine a ogni tipo di finanziamento pubblico volto allo sviluppo tecnologico di nuovi impianti a carbone; applicare rigorosamente l’Oecd sector understanding on export credits for coal-fired electricity, vale a dire vietare o eliminare gradualmente il sostegno pubblico per le centrali elettriche a carbone a tutti i tipi di sostegno all'esportazione; impegnarsi pubblicamente ad eliminare le centrali a carbone nei propri paesi, in vista dell’obiettivo globale della decarbonizzazione.
Per saperne di più: stopcarbone.wwf.it/