Trivelle. L’Abruzzo fa dietrofront sul referendum no-triv
Documento di protesta del coordinamento no-triv e delle associazioni Wwf, Greenpeace e Legambiente
Mentre la Giunta regionale dell’Abruzzo ha deciso di sospendere la partita del referendum no-triv cui aderiscono altre nove Regioni, il governo "ha messo una sospensiva sotto le 12 miglia". Lo ha detto Matteo Renzi parlando della vicenda delle trivellazioni. "Ho letto di potenziali trivellazioni, ma anche la Guidi dice che non c'è nessuna trivellazione: sono attività di ricerca. Bisogna essere chiari, verificare gli allarmi veri o finti".
Da giorni il Coordinamento chiede al Governo e al ministero dello Sviluppo economico di chiarire l'applicazione reale della modifica normativa introdotta dal Governo in Legge di Stabilità, che prevede il ripristino delle 12 miglia marine come limite minimo all'interno del quale non poter concedere permessi per ricerca ed estrazione di petrolio e gas.
Tale previsione normativa, se coerente con lo spirito referendario No Triv, dovrebbe portare al rigetto per i permessi totalmente interferenti e al preavviso di rigetto per quelli parzialmente interferenti.
Il Coordinamento Nazionale No Triv ha inviato una diffida al ministero e chiesto ai Presidenti di Regione di fare altrettanto per i permessi territorialmente competenti.
“Il Governo Renzi ha un problema con i pasdaran pro-trivelle del ministero dello Sviluppo Economico che, favorendo il più clamoroso conflitto istituzionale oggi in atto (con 10 Regioni che hanno promosso 6 referendum), interpretano in maniera distorta e riduttiva il ruolo del Ministero, facendo proprie le valutazioni di Assomineraria e gli interessi dei petrolieri e non difendendo, con altrettanta forza, gli altri settori economici consolidati strategici per il Paese (turismo e pesca)”. Con queste parole Wwf, Legambiente e Greenpeace Italia chiedono il rigetto definitivo di tutti i procedimenti ancora pendenti nell'area di interdizione delle 12 miglia dalla costa (a cominciare da Ombrina) e una moratoria di tutte le attività di trivellazione a mare e a terra.
Contrario all’uso dei giacimenti italiani è anche il presidente di Confturismo Veneto Marco Michielli (17mila imprese rappresentate), d’accordo con le contestazioni del presidente del Veneto, Luca Zaia. E sottoscrive dalla prima all'ultima parola le dichiarazioni del presidente della Regione Veneto. "Al solito, a Roma la mano destra ignora ciò che fa la sinistra: da un lato spende miliardi per il Mose dall'altro concede a vile prezzo permessi di estrazione che potrebbero vanificarne l'utilità”.