Trivelle. La Puglia batte Petroceltic in Adriatico, il Molise invoca, la Sardegna agita
Il ministro dello Sviluppo Economico spinge la compagnia irlandese a ritirarsi dal permesso già conseguito. Una vittoria di Michele Emiliano
La compagnia petrolifera irlandese Petroceltic ha rinunciato, su richiesta della ministra dello Sviluppo economico Federica Guidi, al diritto di cercare giacimenti in Adriatico nelle acque internazionali al largo del Molise, del Gargano e delle isole Tremiti. Da tempo la compagnia è in difficoltà economiche dovute al prezzo basso del petrolio, in quale in aggiunta frena gli investimenti nella ricerca di nuovi giacimenti. Nove anni dopo la formulazione della richiesta di autorizzazione alla ricerca, un mese fa essa è stata accolta dallo Sviluppo economico.
Dopo lo stop al giacimento Ombrina Mare concesso all’Abruzzo dal Governo, il tema delle ricerche in acque internazionali al largo della Puglia è diventato un filone di battaglia politica del presidente della Regione, Michele Emiliano. Era fondamentale per il consenso della sua base elettorale conseguire una vittoria simile a quella ottenuta dall’Abruzzo.
Alla fine, il Governo ha deciso di concedere anche alla Puglia un’analoga soddisfazione, e la “moral suasion” operata dalla ministra Guidi sulla Petroceltic ha indotto la compagnia a rinunciare al diritto di ricerca e prospezione.
"Di recente la società ha avviato un'ottimizzazione strategica, tecnica ed economica dell'intero portafoglio italiano - spiega la Petroceltic - a seguito dei ripetuti cambiamenti della normativa italiana di settore e di un'attenta analisi che la società controllante, Petroceltic International Plc, ha elaborato alla luce delle evoluzioni del mercato globale. Obiettivo del nuovo piano è l'ottimizzazione delle risorse destinate ad attività di esplorazione, al fine di concentrare gli impegni della società su specifiche opportunità di crescita a lungo termine".
Il ministero dello Sviluppo economico accoglie “con rispetto” la rinuncia della Petroceltic al permesso di ricerca al largo delle Tremiti. Si tratta, spiega, “di un passo indietro che risponde ad esigenze industriali strategiche della società, di cui il ministero prende atto. Spero adesso che, grazie anche a questa scelta - dice Guidi - venga messa una volta per tutte la parola fine a strumentalizzazioni sul tema delle attività di ricerca in mare che erano infondate già prima e che lo sono, a maggior ragione, dopo la decisione della Petroceltic”.
Polemiche in Sardegna - Un politico sardo, Mauro Pili del partito Unidos, protesta contro un progetto di ricerca di giacimenti in acque internazionali al largo della Sardegna. Pili è contrario allo sfruttamento di "1,4 trilioni di metri cubi di gas, cioè mezzo bilione di barili di petrolio". La norvegese Tgs Nopec, società geofisica specializzata nel sondare il sottosuolo per conto delle compagnie petrolifere, sarebbe interessata a studiare quell’area di fondale. "I cercatori di gas e petrolio hanno chiesto una nuova proroga per continuare a sperare nel permesso di devastare - afferma il politico catastrofista - e per questo è stata scelta la nave sismica Akademik Shatskij pronta ad operare in quel tratto di mare al confine del Santuario dei cetacei".
Il freno del Molise - Nel frattempo, la Giunta regionale del Molise ha deciso di chiedere al Governo di ritirare un decreto ministeriale che, dal 2010, consente a una società di ricerche geofisiche di sondare il sottosuolo della provincia di Campobasso alla ricerca di possibili giacimenti tra i comuni di Campodipietra, Cercemaggiore, Cercepiccola, Ferrazzano, Gildone, Mirabello Sannitico, San Giuliano del Sannio e Vinchiaturo. La Regione teme conseguenze “alla luce degli eventi sismici che abbiamo vissuto nelle ultime settimane”.