Al via le estrazioni nel mega-giacimento di shale oil in Siberia
Il campo di Bazhenov, che si trova a oltre tremila chilometri da Mosca, detiene riserve che potrebbero superare di molto l’insieme dei più grandi giacimenti conosciuti al mondo, da Bakken del Nord Dakota alla Vaca Muerta in Argentina al bacino di Sichuan in Cina
La Russia ha iniziato a estrarre shale oil, il petrolio di scisto, dal vasto giacimento di Bazhenov, nel cuore della Siberia, un bacino a oltre tremila chilometri da Mosca con riserve che potrebbe superare di molto i più grandi conosciuti al mondo messi insieme, da Bakken del Nord Dakota, alla Vaca Muerta in Argentina, al bacino di Sichuan in Cina, e grazie a cui Mosca auspica di invertire la tendenza della diminuzione della produzione. Il ministero dell'energia ha di recente anticipato il calo a 7,7 milioni di barili al giorno entro il 2020, dai 10,1 del 2010, se non saranno adottate misure per la detassazione della produzione e delle esportazioni, in questo momento pari a 88 dollari su un barile da 110 dollari di petrolio degli Urali.
La produzione di greggio in Russia era cresciuta del 35 % fra il 2001 e il 2005, e solo del cinque per cento nei cinque anni successivi, malgrado gli investimenti siano quadruplicati.
Per l'estrazione del petrolio di scisto russo è stato avviato un trasferimento di tecnologia su vasta scala a opera delle imprese americane coinvolte nello sfruttamento di Bakken e del texano Eagle Ford: Baker Hugues, Halliburton e Schlumberger. Per il momento sono stati estratti solo 40 milioni di barili di petrolio di scisto, “una goccia nell'oceano” della produzione siberiana convenzionale pari a 75 miliardi di barili.
“Entro 20 anni Bazhenov potrebbe diventare la fonte principale di petrolio in Russia, anche superiore all'Artico. Ci consente di essere molto più ottimisti sulla produzione dei prossimi cinquant'anni”, ha spiegato al Financial Times Leonid Fedun, vice presidente della Lukoil, impegnata nello sfruttamento della regione insieme a Rosneft, che ha formato una joint venture insieme a ExxonMobil per valutare il potenziale dei 23 campi su cui la compagnia russa ha acquisito diritti di sfruttamento per un'estensione di 10mila metri quadri, Gazprom Neft e Surgutnefgaz.