Studio: cresce l’offerta di auto elettriche, ma diminuiscono le vendite
In sei anni il prezzo medio in Europa è sceso dell’11%, con l’Italia in clamorosa controtendenza (+14%). Il costo delle vetture con motore endotermico è salito invece del 7%, ma il gap di listino resta a favore di queste ultime. I dati della ricerca Jato Dynamics presentati durante il test “From 100% to 5%” sul Grande raccordo anulare di Roma
La crescita di auto elettriche nel mondo ha subito un rallentamento negli ultimi 12 mesi. Negli ultimi anni il prezzo medio di questi veicoli in Europa, Cina e Usa ha registrato un calo del 15%, a fronte di un aumento medio dei listini delle vetture con motore endotermico (+7%) e ibrido. In Italia una vettura “alla spina” costa il 25% in più di una tradizionale, ma dall’anno in corso il gap è destinato a ridursi per l’arrivo sul mercato di diversi nuovi modelli con prezzi inferiori ai 30mila euro. Sono queste le principali evidenze che emergono dallo studio di Jato Dynamics “Il prezzo giusto dell’auto elettrica”, presentato in anteprima europea a Roma in occasione della partenza da piazza San Pietro della quinta edizione di “From 100% to 5%”, la più grande prova comparativa europea organizzata da Motor1.com e InsideEvs per misurare l’efficienza delle auto green.
Il test ha visto confrontarsi sul circuito pubblico più grande d’Europa, il Grande raccordo anulare di Roma, 12 auto elettriche. La prova è stata l’occasione per un confronto tra i rappresentanti delle associazioni automotive sui temi strategici della transizione verso la mobilità elettrica. I risultati del test saranno resi noti il prossimo 10 febbraio.
In Italia costano più di 67mila euro
I dati. Lo studio evidenzia come la crescita di auto elettriche nel mondo stia rallentando: se dal 2019 al 2023 si è registrato un balzo da 1,4 a 7,4, milioni di unità, nei dodici mesi successivi le Bev (Battery electric vehicle, mezzi a sola propulsione elettrica) sono aumentate “solo” di 1 milione e 200mila unità. In questo mercato il 51% dei veicoli è realizzato da costruttori cinesi, il 22% da brand americani, il 18% da marchi europei. Il report evidenzia come negli ultimi cinque anni il prezzo medio delle auto elettriche in tutto il mondo abbia registrato un deciso calo a fronte, invece, di un aumento medio dei prezzi di listino del motore endotermico: nell’Eurozona, in particolare, il prezzo medio al dettaglio delle auto “alla spina” è diminuito del 15% tra il 2018 e il 2024, mentre quello delle vetture diesel o a benzina è cresciuto del 7%. In Italia, dove la quota di immatricolazioni resta bloccata al 4%, ben al di sotto della media europea, il prezzo medio al dettaglio delle auto elettriche è aumentato del 14% in sei anni. Un incremento spiegabile anche con la maggiore disponibilità, oggi rispetto al 2018, di veicoli più costosi. Il 2025, secondo gli esperti, si preannuncia però come l’anno della svolta, con l’arrivo sul mercato italiano di diversi modelli con un costo di listino inferiore ai 30mila euro.
Stando allo studio di Jato, le vetture elettriche sul mercato italiano risultano più costose del 25% (nel 2023 la percentuale era del 36%) rispetto a quelle “endotermiche”. Il prezzo medio di una vettura elettrica in Italia è oggi di 67.058 euro, sopra la media europea (62.709) e degli Usa (62.044 €), molto distante dalla Cina (29.682 €).
Gli esperti: “Serve un credito d’imposta”
Il direttore di Motor1 e InsideEVs e ideatore dell’iniziativa, Alessandro Lago, ha commentato così i dati: “La varietà di offerta è la linfa del mercato, stimola l’interesse, la competizione e il miglioramento dei prodotti. Nel 2025, l’auto elettrica potrebbe beneficiare di condizioni favorevoli, ma resta il rischio che i pregiudizi, alimentati dal dibattito pubblico, rallentino la sua diffusione. Iniziative come questa sono cruciali per fare chiarezza, offrendo alle persone informazioni obiettive, critiche e costruttive”.
“In Italia il 20% circa delle aziende della componentistica ha già investito nella produzione di componenti per veicoli elettrici”, ha dichiarato Gianmarco Giorda, direttore generale di Anfia (Associazione nazionale filiera industria automobilistica). “Occorre però lavorare per salvaguardare e accrescere la competitività della nostra filiera in un dominio tecnologico in cui, ad oggi, l’Ue non è il player più forte. In Italia, è importante introdurre un credito d’imposta per la ricerca e l’innovazione e mettere in campo azioni per attrarre investimenti nel Paese, così da agevolare il rinnovamento del settore”, ha concluso il dg.