Conai, così cambieranno i contributi per gli imballaggi di legno, plastica e vetro e carta
È stato deliberato un aumento del contributo ambientale da 7 €/tonnellata a 9 €/ tonnellata per gli imballaggi in legno; per sei fasce degli imballaggi in plastica si registra un aumento e per tre una lieve diminuzione; il contributo ambientale per il vetro passerà da 15 €/tonnellata a 35 €/tonnellata; dalle sei attuali si passa a otto fasce per gli imballaggi in carta
Conai ha valutato e approvato le richieste di rimodulazione del contributo ambientale (o Cac) e le relative motivazioni presentate dai consorzi per gli imballaggi di legno, plastica e vetro e per quelli compositi a prevalenza carta. Tutte le variazioni decorreranno dal 1° luglio 2025, con un secondo aumento previsto per il contributo ambientale vetro a partire dal 1° gennaio 2026. Anche in vista delle evoluzioni attese per la seconda metà del 2025, connesse al rinnovo dell’accordo nazionale con Anci – appena prorogato di sei mesi – Conai continuerà a monitorare l’andamento delle filiere dei materiali interessati da queste rimodulazioni.
Tutto nasce dall’aggiornamento della situazione economico-finanziaria dei consorzi Rilegno, Corepla e Coreve che ha portato alla richiesta di un aumento dei contributi ambientali per garantire la loro gestione operativa. In aggiunta, il consorzio Comieco ha manifestato l’intenzione di proseguire sulla strada della modulazione contributiva legata sempre più all’effettiva e certificata riciclabilità degli imballaggi compositi a base carta. Come già accaduto a fine 2023, pur in maniera differente per ciascun materiale, negli ultimi mesi si è assistito – in un quadro di generale inflazione – a una serie di rialzi dei costi legati alla raccolta dei rifiuti di imballaggio e alle conseguenti attività legate al riciclo degli stessi, sempre più complesse per alcuni materiali. Contestualmente, si è osservata, soprattutto per i rottami di vetro, una diminuzione dei ricavi derivanti dalla vendita post-consumo dei materiali.
Gli imballaggi di carta
Viene ampliato il progetto di diversificazione per gli imballaggi in carta, avviato inizialmente per i contenitori compositi a prevalenza carta idonei al contenimento di liquidi (cpl), per migliorare l’efficacia del riciclo di imballaggi complessi a base cellulosica consolidando e sviluppando le attività di raccolta e selezione per
ottenere un flusso omogeneo di rifiuti da avviare a una fase di riciclo dedicata. Allo stesso tempo si introduce un’importante scontistica per gli imballaggi compositi diversi da quelli per liquidi sottoposti a prova di laboratorio condotta secondo la norma UNI 11743:2019 e per cui è stato valutato il livello di riciclabilità secondo il sistema di valutazione Aticelca cpl 5011. Dal 2019, infatti, è stato introdotto un contributo aggiuntivo (extra Cac), poi esteso ad altre tipologie di imballaggi compositi a prevalenza cellulosica nel 2022: le risorse derivanti dagli extra Cac promuovono l’introduzione sul mercato di imballaggi compositi più facilmente riciclabili, l’adozione di tecnologie di selezione e riciclo dedicate, e servono a coprire i maggiori costi energetici e ambientali derivanti dalla presenza di frazioni non cellulosiche in questi specifici imballaggi.
Otto fasce per la carta
La prima fascia resta dedicata agli imballaggi monomateriale e la seconda ai compositi di tipo A, in cui il peso della componente carta è compreso tra il 90% e il 95% del peso complessivo dell'imballaggio. Si sdoppia la fascia dedicata ai compositi di tipo B, in cui il peso della componente carta è compreso tra l’80% e il 90% del peso dell'imballaggio, che era stata finora esentata dal contributo. Una sarà dedicata ai compositi certificati B Aticelca 501 (B1) e una a quelli non certificati (B2). Al termine di una prima fase di sperimentazione, è possibile che per i compositi di tipo B i valori dell’extra Cac subiscano variazioni.
Una fascia resta dedicata ai cpl. Si sdoppia anche la fascia dedicata ai compositi di tipo C, con un peso della componente carta compreso fra il 60% e l’80% del totale: saranno considerati di tipo C1 quelli certificati C Aticelca 501 e di tipo C2 quelli non certificati. Infine, un’ultima fascia resta dedicata ai compositi di tipo D, in cui il peso della componente carta è inferiore al 60% del peso complessivo dell'imballaggio oppure non è esplicitato.
Gli imballaggi di legno
È stato deliberato un aumento del contributo ambientale da 7 €/tonnellata a 9 €/ tonnellata per gli imballaggi in legno, al fine di garantire l’equilibrio finanziario e patrimoniale del consorzio Rilegno. Questo aumento fa parte di un percorso economico e finanziario largamente previsto dal Consorzio.
La plastica
Nel 2024 Corepla ha registrato uno straordinario incremento degli imballaggi in plastica a fine vita rinvenuti nella raccolta differenziata (+4,6% stimato sull’intero anno) con notevoli impatti anche sulle ulteriori fasi di gestione quali la selezione e l’avvio a riciclo (con frazioni sempre più complesse e attività sperimentali in
corso) o a recupero energetico. Una notizia positiva da un punto di vista ambientale, considerata la necessità di continuare a far crescere i tassi di intercettazione – anche tramite raccolte selettive delle bottiglie – alla luce dei prossimi obiettivi che saranno richiesti agli Stati dell’Unione.
Nonostante i prezzi medi delle aste abbiano avuto un effetto positivo sui ricavi e contemporaneamente i ricavi da Cac risultino in linea con quelli a budget, l’imprevedibile aumento dei volumi di rifiuti gestiti dal consorzio in tutto il 2024 ha reso necessaria una rimodulazione del contributo ambientale per gli imballaggi
in plastica. Anche per l’anno 2025 restano confermate le nove fasce in vigore dal 2023, con valori sempre più legati ai costi necessari per avviare a riciclo le tipologie di imballaggi inclusi in ciascuna fascia. Per sei fasce si registra un aumento e per tre una lieve diminuzione che è espressione del deficit di catena (saldo tra costi ed eventuali ricavi da cessione a riciclo), sempre a partire dal 1° luglio 2025. Per la fascia A1.1 il Cac passerà da 24,00 €/tonnellata a 40,00 €/ tonnellata.
Per la fascia A1.2, da 90,00 €/ tonnellata a 87,00 €/ tonnellata.
Per la A2, da 220,00 €/tonnellata a 258,00 €/tonnellata.
Per la B1.1, da 224,00 €/ tonnellata a 219,00 €/ tonnellata.
Per la B1.2*, da 233,00 €/ tonnellata a 228,00 €/ tonnellata.
Per la B2.1, da 441,00 €/ tonnellata a 611,00 €/ tonnellata.
Per la B2.2, da 589,00 €/ tonnellata a 724,00 €/ tonnellata.
Per la B2.3, da 650,00 €/tonnellata a 785,00 €/ tonnellata.
Per la C, infine, da 655,00 €/tonnellata a 790,00 €/tonnellata.
Il vetro
Il contributo ambientale per il vetro passerà da 15 €/tonnellata a 35 €/tonnellata da luglio 2025 e a 40 €/tonnellata dal 1° gennaio 2026. L’importate intervento mira a garantire un livello patrimoniale minimo per sostenere le attività operative e di riciclo. Il consorzio Coreve ha infatti segnalato una continua diminuzione
dei ricavi provenienti dalla vendita di materiali, aggravata da un calo dei prezzi medi d’asta, ridotti a un quarto nell’ultima asta di ottobre rispetto a quelli di inizio 2024. Si è inoltre aggiunto un forte rientro di quantità di rifiuti di imballaggi in vetro nella gestione del Consorzio proprio a fronte di tali andamenti del mercato dei rottami, con conseguenti maggiori costi operativi.
Questo andamento, unitamente ad altri fattori tipici altrettanto connessi alle specificità del mercato del rottame di vetro, ha determinato un inaspettato quanto repentino peggioramento del risultato economico per il 2024 e la necessità di intervenire sul 2025.
Le procedure semplificate per l’import
Le rimodulazioni avranno effetti anche sulle procedure forfettarie/semplificate per importazione di imballaggi pieni. Il contributo mediante il calcolo forfettario sul peso dei soli imballaggi (tara) delle merci importate (peso complessivo senza distinzione per materiale) passerà dai 98,00 euro/tonnellata a 114,00 euro/tonnellata dal 1° luglio 2025. Con la medesima decorrenza l’aliquota da applicare sul valore complessivo delle importazioni (in euro) passerà per i prodotti alimentari imballati 0,15% a 0,17% e per i prodotti non alimentari imballati da 0,08% a 0,09%.