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Rifiuti organici, preoccupano il calo dei conferimenti e della qualità

where Milano when Mar, 25/03/2025 who roberto

Versari: “L’Italia su obiettivi quantitativi e qualitativi minimi di riciclo organico è sola nella Ue, ma con campagne di comunicazione territoriali si ottengono risultati concreti”.

La raccolta differenziata dell’organicobrkac-325.jpg rallenta e anche la sua qualità sta peggiorando, un po’ come accade anche per altri materiali conferiti. È questo l’allarme lanciato dal presidente di Biorepack, Marco Versari, a Ricicla News. Nonostante l’eccellenza assoluta in Europa, la filiera, capace nel 2022 di trattare 7,5 milioni di tonnellate di rifiuto organico producendo circa 2 milioni di tonnellate di compost, è un po’ in affanno perché diminuisce il conferimento delle principali materie prime che servono ad alimentare il processo del riciclo: umido domestico e verde urbano.

 
Calo dei conferimenti
Tra 2021 e 2022 il Comitato italiano compostatori fa sapere di aver registrato un calo dei conferimenti negli impianti pari a 140 mila tonnellate, anche se nel 2023 le quantità sono aumentate di 190 mila tonnellate rispetto all’anno precedente. Complici, con ogni probabilità, le complessità operative generate da un quadro normativo a lungo incompleto e solo di recente riallineato all’indicazione dell’Ue di classificare tra i rifiuti urbani anche i residui della manutenzione del verde generati dagli operatori privati. Versari ricorda poi che continua ad esserci “una lacuna nella normativa europea di riferimento a differenza di quanto accaduto con gli imballaggi. Infatti, l’Unione europea non ha mai individuato obiettivi quantitativi e qualitativi minimi di riciclo organico. L’Italia ha da sempre dimostrato un’attenzione superiore a quella degli altri Paesi ma per molti versi è sola e lavora in salita”.
 
Qualità bassa e costi alti
Poi c’è la questione qualità: la ricerca commissionata dal consorzio Biorepack all’Università di Tor Vergata ha rivelato che il rapporto medio tra rifiuti in ingresso e scarti in uscita dal processo di compostaggio si attestava al 21,9%. Un tasso ben al di sopra del limite del 15% che lo studio indica come soglia di sostenibilità economica. Tra i 112 impianti che nel 2022 hanno trattato 4,8 milioni di tonnellate di rifiuti organici raccolti in maniera differenziata, in molti potrebbero trovarsi costretti a chiudere visto che smaltire una tonnellata di frazioni di scarto ha un costo di gran lunga superiore rispetto alla tariffa forsu. Ma la comunicazione può giocare in questo senso un ruolo determinante nelle comunità. “Come Biorepack siamo da sempre impegnati nella promozione di campagne territoriali e nazionali di comunicazione sulla corretta raccolta dell’umido – spiega ancora il presidente – e abbiamo verificato che in tanti casi queste iniziative producono risultati concreti. È vero che c’è poca attenzione da parte dei cittadini, ma è anche vero che è possibile guadagnarsela”.
 
La questione shopper
Resta poi da risolvere anche un altro problema, quello dei sacchetti. Nonostante sia vietata da tempo la commercializzazione di shopper monouso in plastica tradizionale, come ricorda Versari “in Italia il 30% delle buste della spesa che dovrebbero essere per legge riutilizzabili o compostabili non lo sono”. Perché realizzate in plastica tradizionale o in finto materiale compostabile. “Con una recrudescenza visto che l’anno scorso, per la prima volta in dieci anni, la curva di discesa di prodotti non conformi si è fermata e anzi abbiamo registrato una crescita”.

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