Economia circolare e lavoro. Il settore del biowaste impiega quasi 15mila addetti
Secondo lo studio Cic nel 2022 sono stati trattati 8,3 mln di tonnellate di rifiuti a matrice organica da 357 impianti in tutta Italia. I dati nel quinto volume della collana Organic Biorecycling
La filiera del biowaste è importante per lo sviluppo economico del Paese. A confermarlo sono i numeri: il solo settore relativo ai rifiuti a matrice organica dà lavoro – tra dipendenti diretti e indiretti – a 4.368 persone. A queste si aggiungono 10.008 addetti coinvolti nelle attività di raccolta e trasporto del rifiuto organico. Nel complesso, quindi, il settore fornisce occupazione a 14.376 unità, il cui lavoro nel 2022 ha permesso di trattare 8,3 milioni di tonnellate di rifiuti a matrice organica in 357 impianti in tutto il Paese. A fotografare il settore è il Cic (Consorzio Italiano Compostatori) nel quinto volume della collana Organic Biorecycling, “La filiera del biowaste che produce materia, energia e occupazione”. Edito da Edizioni Ambiente, il libro è curato da Massimo Centemero, direttore generale del Cic, con la collaborazione di Elisabetta Bottazzoli e Alberto Confalonieri, e raccoglie i contributi di numerosi esperti del settore.
I numeri
Il Cic, attraverso il Centro Studi Cic, ribadisce nel libro l’impegno a continuare la ricerca nel settore del biowaste per promuovere una gestione sostenibile dei rifiuti organici e favorire la creazione di nuovi posti di lavoro “verde” in Italia. Stando alle elaborazioni Cic degli ultimi dati Ispra disponibili, nel 2022 il riciclo dei rifiuti organici è stato affidato a 357 impianti di trattamento biologico, uno in più rispetto all’anno precedente: in particolare, è cresciuto il numero di impianti che hanno introdotto da digestione anaerobica (da 63 a 74), mentre gli impianti di solo compostaggio sono diminuiti di 10 unità (da 293 a 283). I quantitativi totali di rifiuti trattati sono aumentati di circa 55 mila tonnellate rispetto al 2021, raggiungendo quota 8,35 milioni di tonnellate nel 2022, con un incremento dei flussi destinati agli impianti integrati (+252 mila tonnellate rispetto al 2021) e una sensibile diminuzione di quelli avviati al solo compostaggio (-197 mila tonnellate). Per quanto riguarda l’evoluzione impiantistica, l’aumento degli impianti integrati, che prevedono la produzione congiunta di compost e di biometano nello stesso sito produttivo, conferma la prevalenza di questa scelta tecnologica.
Le novità
Le pagine del volume introducono alcune novità promosse dal consorzio: in primis, il Centro Studi Cic, organo tecnico nato nel 2024 con lo scopo di riunire le competenze del consorzio sotto un unico cappello, che diventerà il riferimento per tutte le attività che il Cic svolge da anni e che si farà portavoce delle novità e peculiarità del settore. Tra i suoi compiti ci sarà anche quello di elaborare proiezioni sull’immediato futuro del settore, considerando sia i rifiuti a matrice organica trattati dalle aziende che i processi produttivi tradizionali e innovativi, con un focus sui principali prodotti dell’economia circolare che caratterizzano il risultato del “riciclo organico”.
Il libro offre poi l’occasione di presentare il neonato Osservatorio Bioriciclo, strumento promosso dalla collaborazione tra Cic e consorzio Biorepack che sarà impegnato a diffondere le buone pratiche di raccolta differenziata e riciclo del rifiuto organico e delle plastiche biodegradabili e compostabili, per consolidare la consapevolezza del ruolo di ogni attore della filiera per il raggiungimento della piena circolarità. Altro tema centrale affrontato in coerenza con gli obiettivi 2030 è quello delle competenze e della formazione degli addetti del settore. Tema sviluppato nel libro è infatti quello dei percorsi formativi organizzati da parte del Cic per contribuire alla specializzazione e alla creazione di nuovi profili professionali nella filiera del biowaste.
“Questo volume, così come il precedente, è stato scritto seguendo la roadmap degli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite”, spiega il direttore del Cic e curatore della pubblicazione, Massimo Centemero. “In particolare, quest’anno ci siamo focalizzati sull’obiettivo 8 dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite, che incentiva una crescita economica duratura, inclusiva e sostenibile volta ad ottenere nel Paese uno scenario occupazionale ampio, produttivo e che, soprattutto, assicuri un lavoro dignitoso per tutti. L’obiettivo 8 è strettamente connesso con gli aspetti legati all’ambiente, al clima e ai diritti dei lavoratori. Un goal vitale e necessario per l’intero Pianeta, perché con migliori condizioni lavorative si avranno di conseguenza migliori condizioni di salute degli esseri umani e dell’ambiente”.