Imprese: bene l’export dell’alluminio, ma solo il 32% delle aziende è fiducioso
È quanto emerge dagli ultimi dati dell’Osservatorio Mecspe di Senaf sul secondo quadrimestre 2022
Le tensioni geopolitiche legate al conflitto tra Russia e Ucraina vanno peggiorandosi, a discapito, ancora una volta, dell’industria europea e italiana. La previsione di eventuali sanzioni all’alluminio russo, infatti, agitano il comparto già provato da difficoltà di reperimento di materie prime e caro energia, che da solo preoccupa il 57% delle imprese della filiera italiana. Una situazione con effetti diretti sull’andamento delle imprese, che nel secondo quadrimestre subiscono una contrazione rispetto al primo quadrimestre 2022: sono cinque su dieci quelle a dichiararsi soddisfatte e con un portafoglio ordini adeguato (55%) e la maggior parte (68%) ha poca fiducia per il futuro. È quanto emerge dagli ultimi dati dell’Osservatorio Mecspe di Senaf sul secondo quadrimestre 2022, con particolare riferimento al comparto dell’alluminio.
Corre l’export
Bene l’export per il comparto italiano (72%), soprattutto verso territori chiave per la catena di valore dell’alluminio, come Germania, Francia, Spagna e Polonia e crescono le esportazioni in Medio Oriente (27%) e Nord America (33%). Proprio con l’obiettivo di approfondire le possibilità di sviluppo del settore in un contesto europeo e internazionale, i principali protagonisti della filiera dell’alluminio si incontreranno a Metef, l’expo internazionale per l’industria dell’alluminio, della fonderia e pressocolata, delle trasformazioni, lavorazioni, finiture ed usi finali, che si svolgerà a BolognaFiere dal 29 al 31 marzo 2023. La manifestazione, organizzata da Senaf, si terrà in contemporanea a Mecspe, il più importante appuntamento dedicato alle innovazioni per l’industria manifatturiera.
Sfiducia per il caro materie prime
L’aumento dei prezzi delle materie prime ha avuto un impatto negativo per il 94% delle imprese, colpite anche da caro energia (77%) e inflazione (55%). Una situazione che preoccupa e che ha prodotto aumenti dei prezzi dei prodotti finiti (83%), ritardi nelle consegne (65%) e una crescita inferiore alle aspettative (43%). Si ricercano allora soluzioni possibili per affrontare questa fase, in primis cercando di ridurre i costi di produzione attraverso azioni di ottimizzazione ed efficientamento (52%), l’installazione di impianti di produzione di energia elettrica e termica da fonti rinnovabili (56%), l’uso di dispositivi a basso consumo energetico (74%) e l’isolamento termico degli edifici (37%). Misure importanti anche dal punto di vista dell’impatto ambientale, ambito in cui quattro imprese su dieci si considerano già all’avanguardia.