La raccolta differenziata del futuro sarà tutta digitalizzata. Così la visione Dna Ambiente
Grazie ad app, contenitori “parlanti”, AI e GPS avremo una raccolta migliore e più efficiente. La proposta di Dna Ambiente che integra cinque delle realtà aziendali più innovative del settore
Come sarà fatta in futuro la raccolta differenziata? Con contenitori “parlanti”, compostiere digitali, app “intelligenti” per accedere a tutti i servizi di igiene urbana, localizzatori satellitari che monitorano in tempo reale i percorsi e lo stato operativo dei mezzi di raccolta, software di ottimizzazione potenziati dall’intelligenza artificiale e chiavi virtuali, salvate al sicuro sui nostri smartphone, per accedere alle ecoisole. Così la prevede in un modello di raccolta dei rifiuti basato sulla digitalizzazione “DNA Ambiente", il neonato polo industriale che integra cinque delle realtà aziendali più innovative del settore: Ambiente.it, Sartori Ambiente, Arcoda, Junker App e HPA. Il progetto ha l’ambizione di dimostrare che la digitalizzazione è molto di più dell’eliminazione di moduli cartacei: è soprattutto un potente strumento di ottimizzazione, inclusione e trasparenza, al quale tutti hanno il diritto di accedere, nell’interesse collettivo. Un semplice tocco su un'app o l’organizzazione di dati in una piattaforma in cloud hanno infatti un impatto esponenziale in termini di efficacia ambientale, sociale ed economica.
Cittadini protagonisti
Ma come sarà, dunque, la raccolta dei rifiuti urbani del futuro? Per saperlo basta guardare ai servizi e agli strumenti presentati a Milano in un evento da questo nuovo “ecosistema digitale”. I cittadini, intanto, acquisteranno una sempre maggiore centralità, in quanto primo anello di una filiera circolare che necessita di essere alimentata da una differenziata di qualità. Per aiutarli in questo compito, potranno contare su tutor digitali decisamente “smart”, che, come l’app Junker, li aiuteranno a separare e valorizzare tutti i rifiuti prodotti, ma anche a prenotare in un tap ogni genere di servizio a chiamata, autocertificare la propria compostiera (anch’essa digitalizzata), segnalare disservizi o casi di degrado urbano e abbinare alla propria utenza i contenitori della differenziata.
Massima tracciabilità
I bidoni non saranno più dei semplici contenitori colorati. Saranno realizzati in polipropilene riciclato, certificato “Plastica Seconda Vita”, e soprattutto saranno “parlanti”. Verranno infatti dotati di un TAG in grado di comunicare a distanza la reale produzione di rifiuti di ogni utenza e permettere, quindi, un calcolo più equo della tariffa puntuale. A ogni passaggio, gli operatori li “interrogheranno” grazie a un apposito lettore portatile, collegato con una “control room”, dove verranno tracciati in modo completo e automatico tutti i dettagli sulle attività di raccolta rifiuti: dalla rilevazione geolocalizzata degli svuotamenti al tracciamento GPS dei percorsi effettuati dai mezzi.
Niente sprechi grazie all’AI
I dati raccolti serviranno non solo ad assicurare una piena compliance agli obblighi normativi di Arera, che impongono ai gestori il rispetto di standard qualitativi minimi e omogenei su tutto il territorio nazionale, ma consentiranno anche di ottimizzare in automatico tutte le varie fasi di gestione dei rifiuti. L’intelligenza artificiale sarà preziosa, ad esempio, per ottimizzare i percorsi di raccolta riducendo il chilometraggio e le emissioni di CO2, per automatizzare il riconoscimento dei rifiuti al momento del conferimento da parte del cittadino e nel contrasto al degrado urbano, per efficientare il customer care grazie a chatbot evoluti basati su soluzioni proprietarie di IA Generativa.