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Regolamento imballaggi. Ecco le reazioni di ProFood, Assocarta e Plastics Europe

where Milano when Mar, 07/11/2023 who roberto

Per i produttori di contenitori in materie plastiche sulla messa al bando di intere categorie di imballaggi per ortofrutta e Horeca il margine dei voti a favore è stato molto contenuto

La Commissione ambiente del Parlamentoriciclo-riuso.jpg Ue ha adottato la proposta di regolamento che stabilisce i requisiti dell’intero ciclo di vita del packaging, con l’obiettivo di ridurre gli imballaggi inutili e i rifiuti. La proposta approvata dalla Commissione – che fra un mese passerà alla votazione da parte dell’Assemblea plenaria per poi iniziare i negoziati finali con il Consiglio Ue – spinge a puntare di più sul riuso, il recupero e il riciclo dei materiali. Altre reazioni sono giunte dopo quelle che e-gazette ha già pubblicato dal mondo del packaging.

 
ProFood: il margine a favore è ristretto

Secondo ProFood il gruppo merceologico interno a Federazione gomma plastica (Confindustria), che include 14 aziende italiane produttrici di contenitori in materie plastiche destinati al confezionamento, alla distribuzione e al consumo di alimenti e bevande, su passaggi fondamentali come l’articolo 22 sulla messa al bando di intere categorie di imballaggi per ortofrutta e Horeca, e il 26 su obblighi di riuso nella ristorazione collettiva veloce, il margine dei voti a favore è stato molto contenuto, con una maggioranza di appena quattro voti su 84 totali. “Questa spaccatura – dichiara Mauro Salini, presidente di Pro Food – è forse causata dai timori che stanno emergendo a proposito delle enormi ripercussioni che queste norme avrebbero sui sistemi di distribuzione dei prodotti ortofrutticoli (per i quali l’Italia vanta una posizione di leadership), sulla ristorazione di massa, sulle stesse esigenze di consumo dettate dalla vita moderna, e sull’accesso democratico a una alimentazione sicura”.
 
Assocarta: “Renderlo economicamente praticabile e efficace per l’ambiente”
Assocarta ha rilasciato delle considerazioni: "Non disciplina i numeri di riutilizzi, la distanza massima per il ricondizionamento, la riciclabilità degli imballaggi riutilizzabili, le garanzie di prestazione e, non meno importante, l’igiene e sicurezza. E su questi aspetti essenziali rinvia ad atti delegati. Introduce, invece, da subito divieti ai prodotti monouso in svariati contesti, come se la miglior efficacia ambientale del riuso fosse già garantita ed assodata sempre e comunque".
In merito al Regolamento, Assocarta (Associazione di rappresentanza delle aziende che producono carta e cartoni in Italia) ha fatto sapere che: “auspica che gli emendamenti di compromesso agli articoli 22 e 26, sottoscritti dall’On. Salini e dal PPE e che riprendono l’approccio e i contenuti del parere della Commissione ITRE, vengano accolti quale punto di equilibrio tra la necessità di mantenere un alto livello di ambizione nella riduzione dei rifiuti di imballaggio, la necessità di prendere decisioni basate su solide valutazioni scientifiche in diverse circostanze e di creare incentivi per promuovere ulteriormente l’adozione dell’economia circolare in Europa”. Nella nota, poi, Assocarta continua e dichiara che: “La criticità della proposta, sulla quale Assocarta si esprime, è data dall’impostazione della proposta di revisione della direttiva imballaggi (PPWR) che avrebbe dovuto promuovere il riuso creando quel quadro giuridico necessario a sviluppare le condizioni infrastrutturali e ambientali utili a renderlo economicamente praticabile ed efficace in termini ambientali. Infatti, esso non disciplina i numeri di riutilizzi, la distanza massima per il ricondizionamento, la riciclabilità degli imballaggi riutilizzabili, le garanzie di prestazione e, non meno importante, l’igiene e sicurezza. E su questi aspetti essenziali rinvia ad atti delegati. Introduce, invece, da subito divieti ai prodotti monouso in svariati contesti (con obiettivi molto alti di riuso in svariati settori) e discriminanti (in quanto i divieti e gli obiettivi prescindono da ogni condizione infrastrutturale e ambientale), come se la miglior efficacia ambientale del riuso fosse già garantita ed assodata sempre e comunque”.
 
Le perplessità di Plastics Europe sulla bioplastica
Plastics Europe, l’associazione dei produttori europei di materie plastiche, ha pubblicato una nota in cui ritiene il documento emendato migliorativo rispetto alla proposta originaria, ma ne sottolineandone alcune criticità. Ad esempio si dice “molto preoccupata per il fatto che il voto abbia indebolito l’ambizione di creare un mercato per il materiale plastico riciclato e non incentivi sufficientemente l’uso di plastica di origine biologica”. Plastics Europe ritiene che “l’utilizzo di materie prime di origine biologica abbia un ruolo chiave da svolgere nel ridurre le emissioni di gas serra e la dipendenza da materie prime di origine fossile” e sostiene quindi “lo sviluppo di obiettivi separati per la plastica di origine biologica oltre al contenuto di plastica riciclata. Purtroppo, il voto di oggi consentirebbe l’uso di plastica bio negli imballaggi solo come un modo per indebolire gli obiettivi relativi ai contenuti riciclati”.
Secondo Virginia Janssens, amministratrice delegata di PE, inoltre “è particolarmente deludente il fatto che gli obiettivi di contenuto riciclato per gli imballaggi sensibili al contatto siano stati ridotti. Si tratta di un’occasione persa per incoraggiare gli investimenti necessari e minerà lo sviluppo del mercato degli imballaggi in plastica riciclata in Europa”. Per quanto riguarda l’impatto delle misure di riutilizzo sugli imballaggi da trasporto e la realizzabilità degli obiettivi di riutilizzo in questo settore, Virginia Janssens aggiunge: “Sfortunatamente il voto di oggi significa che entro il 2030 le pellicole di plastica flessibili essenziali per il trasporto di merci all’interno o tra gli Stati membri dell’UE rischiano di essere completamente bandite, se il voto ENVI sarà confermato nella legislazione finale. Ciò si tradurrà in interruzioni della catena di approvvigionamento, costi più elevati per i trasportatori e, in ultima analisi, per i consumatori e avrà un impatto negativo sulla sicurezza dei trasporti”.

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