Rifiuti. Le imprese chiedono di sbloccare la norma sull’end of waste
Stanno protestando 56 delle principali associazioni industriali e artigianali italiane, che si sono riunite a Roma giudicando negativamente la norma sul riciclo dei nuovi materiali
Recepire subito il pacchetto di direttive europee in materia di economia circolare pubblicate a giugno 2018, per sbloccare lo stallo in cui è incappato il processo di riciclo dei rifiuti a seguito di una recente sentenza del Consiglio di Stato e che al Paese costa due miliardi. Lo hanno chiesto 56 delle principali associazioni italiane riunite a Roma: Confindustria, Cna, Cia, Fise Assoambiente, Confartigianato imprese, Confcooperative, Federchimica, Federacciai e altre tra cui Federazione Gomma Plastica, Conai, Ecopneus, Confagricoltura, Assobioplastiche, Ucina Confindustria.
Esprimendo grande preoccupazione, le associazioni hanno giudicato insoddisfacente anche la norma dello Sblocca Cantieri in materia di cessazione della qualifica di rifiuto (End of Waste), che si è limitato a salvaguardare le tipologie e le attività di riciclo previste e regolate dal DM 5 febbraio 1998, escludendo quelle sviluppate successivamente.
"Questa situazione - ha detto Andrea Fluttero, presidente di Fise Unicircular - rischia di far chiudere centinaia di aziende con evidenti danni economici, occupazionali ed ambientali. La soluzione, che il Governo si rifiuta ostinatamente di attuare, è la reintroduzione delle autorizzazioni caso per caso, sulla base di precise condizioni e di criteri uguali per tutta l’Europa, affidate alle Regioni, che in Italia sono preposte a tali autorizzazioni".
Per Andrea Bianchi, direttore delle Politiche industriali di Confindustria "non è accettabile la tesi di chi sostiene che lasciare alle amministrazioni territoriali la competenza di autorizzare le attività di riciclo e di recupero metterebbe a rischio l’ambiente e quindi è meglio che sia lo Stato a farlo con propri regolamenti. Non è vero, l’esperienza degli ultimi venti anni prova l’esatto contrario". "L’idea di affidare allo Stato l’esclusiva di dire quando un rifiuto può essere riciclato attraverso i cosiddetti regolamenti ministeriali - prosegue Bianchi - non è praticabile: se si seguirà questa linea nemmeno nel 2050 avremo una normativa completa che ci consentirà di riciclare e recuperare in modo virtuoso i rifiuti".