L’Anev si scaglia contro i “falsi miti” dell’energia eolica. Ecco la difesa punto per punto
Secondo i detrattori dell’eolico le turbine causano inquinamento acustico ed elettromagnetico, gli impianti deturpano il paesaggio e danneggiano l'avifauna, gli incentivi pesano troppo sulle bollette degli italiani. Il tutto per generare un'energia dai costi troppo elevati e basata su una fonte discontinua e inaffidabile. Ecco le risposte di Anev
Turbine che causano inquinamento acustico ed elettromagnetico, impianti che deturpano il paesaggio e danneggiano l'avifauna, incentivi che pesano sulle bollette degli italiani. Il tutto per generare un'energia dai costi troppo elevati e basata su una fonte discontinua e inaffidabile. Senza contare le infiltrazioni della criminalità organizzata e il rischio di un futuro fatto di impianti offshore. Sono alcuni dei più noti “falsi miti” dell'energia eolica, secondo l'Anev, l'Associazione nazionale energia del vento.
“La divulgazione di informazioni non corrette e non provate scientificamente condiziona molto l'opinione pubblica, che è portata a formare le proprie idee sulla base delle notizie che vengono divulgate - dice l'Anev all'Adnkronos. “Le opinioni fondate su dati sbagliati, come appunto i cosiddetti falsi miti dell'eolico, sono il principale danno per il settore e potrebbe spingere i cittadini a tarare le proprie scelte su fatti non veri. Fortunatamente in Italia, come mostrano i sondaggi, l'opinione pubblica è però per oltre l'80% favorevole allo sviluppo dell'energia eolica".
Il costo delle rinnovabili in bolletta - I falsi miti più radicati? “Quelli relativi a incentivi pubblici e costi in bolletta - spiega l'Associazione - . L'idea che il sostegno al comparto eolico sia pagato da incentivi statali è errata, come anche il fatto che la bolletta elettrica è cara per colpa delle rinnovabili”.
Questa idea si fonda su un assunto errato, spiega l'Anev. Infatti, l'unico importo in bolletta legato all'eolico è riferito alla compensazione che il Gse, Gestore dei Servizi Energetici, svolge nei limiti del raggiungimento dell'obbligo assunto in Europa, ovvero quello di produrre una parte di energia elettrica da fonti
rinnovabili. Per legge l'energia eolica non può ricevere sussidi pubblici per costruire un impianto. Gli incentivi per legge sono stati erogati per l'energia prodotta e corrisposti tramite i Certificati Verdi acquistati dalle aziende produttrici di energia non verde, ovvero per compensazione da Gse. Bisogna poi segnalare che la
significativa produzione eolica di questi anni sta comportando sempre più spesso una riduzione del costo dell'energia elettrica con beneficio per i consumatori.
Inquinamento acustico ed elettromagnetico - Un altro “falso mito” sull'eolico è quello del rumore. In un impianto eolico esso deriva dall'attrito dell'aria con le pale e con la torre di sostegno dell'aerogeneratore ed è pari a circa 45,3 decibel assoluti a 150 mt di distanza dall'impianto, per ridursi a 36,9 a 400 mt. Insomma, il rumore generato da un parco eolico è molto meno intenso di quello normalmente generato in casa, in ufficio, nell'abitacolo di un'auto o della musica dallo stereo. Sotto un aerogeneratore in esercizio si può chiacchierare senza dover alzare il tono di voce, come invece accade per strada.
E sul fronte dell'inquinamento elettromagnetico? L'impatto elettrico e magnetico di un impianto eolico è modesto e inferiore ai limiti fissati per legge, con i campi elettrici generati resi nulli dall'effetto di ''schermo'' esercitato dalle guaine metalliche e dal terreno sovrastante i cavi interrati a 1,80 m di profondità. Passiamo all'impatto sul paesaggio. L'altezza delle torri varia da 10 a 115 metri, ma in Italia gli aerogeneratori sono di altezza compresa tra i 30 e i 90 mt e ad oggi occupano uno spazio complessivo di 1,4 kmq, lo
0,0004% della superficie totale della Penisola. La crescita stimata per il 2020, che prevede circa il 185% di produzione in più, determinerà un incremento di territorio impegnato dello 0,0005%, recuperando però vaste aree all'attività agropastorale abbandonata.
Pale eoliche killer di uccelli - L’idea secondo la quale le pale eoliche fanno strage di uccelli è smentita da uno studio della Canadian Wind Energy Association che ha evidenziato come su 10.000 incidenti occorsi ai volatili, meno di uno sia imputabile agli impianti eolici. Ad ogni modo, il Protocollo Anev esclude le aree dove esistano corridoi migratori o specie di particolare pregio avifaunistico dalle zone di possibile installazione di parchi eolici.
Una fonte inaffidabile - Dell'eolico si dice spesso che si tratta di una fonte discontinua e inaffidabile: falso mito. Per l'Anev è invece una risorsa sempre disponibile e continuamente rinnovabile, garantita dagli studi preventivi sui potenziali siti dove vengono analizzate, per almeno un anno e mezzo, direzione e intensità del vento, e che devono garantire la presenza della risorsa per circa 1.750 ore l'anno con ventosità adeguata a garantire la producibilità per ogni MW installato di circa 1.750 MWh/anno. A questo si aggiunge l'elevata efficienza dei moderni generatori eolici. Tra dieci anni, secondo uno studio Anev, l'eolico potrà contribuire alla produzione di energia elettrica in Italia con una quota pari a circa il 7% del Consumo Interno Lordo previsto per il 2020
Eolico sempre nel mirino - Ma perché l'eolico è così oggetto di falsi miti negativi? “L'energia eolica, così come le rinnovabili in generale - conclude Anev - sono sempre più radicate nel sistema energetico mondiale e in futuro lo saranno sempre di più. L'avvento delle fonti rinnovabili risale a diversi anni fa e si sta consolidando un sistema elettrico low carbon, come preannunciato dalle organizzazioni internazionali ed europee. Il settore dei combustibili fossili si sente minacciato dal settore rinnovabili e, piuttosto che riconvertire il proprio modello di business, tende ad entrare in conflitto con il settore rinnovabili, anche attraverso campagne mediatiche denigratorie”.