Il Coou debutta a Big Blu: “Navighiamo pulito per difendere il mare”
Bastano quattro chili di olio lubrificante usato sversati in mare per inquinare una superficie d’acqua grande come sei piscine olimpiche. Al via un programma di sensibilizzazione
Sensibilizzare gli appassionati della nautica sull’importanza di adottare comportamenti corretti in difesa dell’ambiente: con questo obiettivo il Coou, Consorzio obbligatorio degli oli usati, che coordina a livello nazionale la raccolta e il riciclo dei lubrificanti usati, ha partecipato per la prima volta a Big Blu, il salone della nautica e del mare (dal 20 al 24 febbraio alla fiera di Roma).
“Se smaltito in modo improprio, questo rifiuto pericoloso può essere estremamente dannoso per l’ambiente e per la salute – spiega il direttore Strategie, comunicazione e sistemi del consorzio, Antonio Mastrostefano. – Bastano quattro chili di olio lubrificante usato sversati in mare per inquinare una superficie d’acqua grande come sei piscine olimpiche”. A contatto con l’acqua, l’olio lubrificante crea infatti una sottile patina che impedisce alla flora e alla fauna sottostante di “respirare”.
Insomma, il mondo della nautica “deve diventare sempre di più uno dei nostri interlocutori privilegiati”, aggiunge Mastrostefano. Proprio nel “fai da te” nel settore della nautica si nasconde una parte di quel 5% di olio esausto che ancora il Coou non riesce a recuperare su scala nazionale. Una percentuale piccola, che però equivale a circa diecimila tonnellate che, se fossero tutte sversate in mare, inquinerebbero una superficie pari a duecento volte il lago di Bracciano.
Fino ad oggi la rigenerazione dell’olio lubrificante ha consentito un risparmio complessivo di quasi 3 miliardi di euro sulle importazioni di petrolio.