Studio: non crescono i brevetti italiani. Bene invece la Svizzera
Secondo il Rapporto Ambiente Italia sono pochi gli investimenti ricerca e sviluppo. Peggior risultato per esclusione dei cittadini dalla formazione e dall’innovazione, soprattutto nel Mezzogiorno. I dati dell’Abb
In Italia non crescono i brevetti: sono meno di 5mila l’anno, ed è così da dieci anni. Lo rileva l'edizione 2015 del rapporto Ambiente Italia, secondo il quale in tutti gli altri Paesi presi in esame vi è stata una crescita: del 50% globalmente, del 20% nella Unione europea.
Secondo il rapporto questo è il sintomo inequivocabile della marginalità tecnologica del Paese: se l'Italia non produce innovazione è anche perché non investe in ricerca e sviluppo. Complessivamente gli investimenti sono pari all'1,2% del Pil e sono rimasti statici durante la recessione, mentre in Europa sono cresciuti. La spesa per ricerca e sviluppo in Italia è pari al 62% della media europea, al 40% circa di quella della Germania e della Svezia.
Ma la vera emergenza per il futuro della ricerca in Italia è rappresentata dai Neet, not (engaged) in education, employment or training. Il 26% di coloro che hanno tra 15 e 29 anni non studiano, non lavorano, non stanno procedendo in un processo formativo. A parte la Grecia, è il peggior valore registrato in tutta l'Unione europea. E il Mezzogiorno è di gran lunga l'area europea con i più alti livelli di esclusione.
All’estremo opposto la Svizzera, che rimane al top della classifica mondiale per numero di brevetti depositati per milione di abitanti: 848 domande per milione di cittadini, per un totale di 7.900 brevetti. In particolare Abb è la società con sede in Svizzera con la maggior quantità di richieste presentate all’Ufficio brevetti europeo (European patent office, in sigla Epo), con un totale di 450 brevetti. La compagnia svizzera è seguita nella classifica da Nestlé, Alstom, Roche e Novartis, e impiega più di 8.500 ricercatori e sviluppatori in tutto il mondo; investe ogni anno circa 1,5 miliardi di dollari in R&D.
I brevetti depositati presso l'Epo sono cresciuti del 3,1 percento raggiungendo nel 2014 il record di 274.000. "La richiesta di protezione dei brevetti in Europa è andata aumentando per cinque anni di seguito" ha dichiarato il presidente Epo Benoît Battistelli. "Questo dimostra che l'Europa ha radicato la sua posizione cruciale come sede di tecnologia e innovazione per le aziende di tutto il mondo".