Benevento: sospesi i vertici della società che gestisce depuratori
A carico degli indagati pendono i reati di inquinamento ambientale, frode nelle pubbliche forniture, truffa aggravata, gestione illecita di rifiuti, scarichi di acque reflue senza autorizzazione
I carabinieri del Gruppo per la Tutela Ambientale e la Transizione Ecologica di Napoli hanno eseguito due misure interdittive, disposte dal Tribunale del Riesame di Napoli nei confronti di dipendenti, con ruolo di rilievo, della Gestione Servizi Sannio spa (GE.SE.SA apa) che aveva e ha in gestione numerosi depuratori di Benevento e provincia.
L’inquinamento di Calore e Sabato
Il provvedimento restrittivo si inserisce nell'indagine, coordinata dai magistrati della Procura di Benevento e condotta dal Nucleo Operativo Ecologico dei Carabinieri di Napoli, relativa al grave inquinamento dei fiumi Calore e Sabato che attraversano la provincia sannita e che nel maggio dello scorso anno aveva già portato al sequestro preventivo, disposto dal gip del Tribunale di Benevento, di 12 impianti di depurazione gestiti dalla stessa società. All'epoca il gip aveva respinto la richiesta di misure cautelari, poi accolte, in seguito ad appello del pm, dal Riesame di Napoli e divenute esecutive dopo il rigetto da parte della Corte di Cassazione dei ricorsi presentati dagli indagati.
I reati
I provvedimenti cautelari interdittivi, eseguiti nei confronti del responsabile della conduzione operativa degli impianti di depurazione e dell'assistente pianificatore della GE.SE.SA. s.p.a hanno riconosciuto a carico degli indagati la gravità indiziaria in ordine ai reati di inquinamento ambientale, frode nelle pubbliche forniture, truffa aggravata, gestione illecita di rifiuti, scarichi di acque reflue senza autorizzazione e falsità in atti. Le indagini della Procura avevano consentito infatti di riscontrare una presenza diffusa e massiva di scarichi diretti dalle fogne dei comuni di Benevento città e della provincia nei fiumi Calore e Sabato dovuta, in alcuni casi, all'assenza di depuratori, con immissione di reflui inquinanti direttamente nei corsi d'acqua, in altri al non corretto funzionamento dei depuratori esistenti. I dati tecnici raccolti nel corso delle indagini avevano confermato il notevole deterioramento dei fiumi a causa degli scarichi dai depuratori di acque gravemente inquinate da solidi sospesi, alluminio e piombo, elevate concentrazioni di azoto ammoniacale e azoto nitrico e perfino di "Escherichia Coli" ben oltre i limiti previsti dalla normativa vigente e tali da determinare un inquinamento significativo e misurabile dei corsi d'acqua.
Gestione operativa pessima
Il deterioramento è, secondo la Procura, il risultato di una cattiva e fraudolenta gestione operativa degli impianti da parte degli indagati, personale della GE.SE.SA. s.p.a., società che ha in gestione i depuratori, con la corresponsabilità, in taluni casi, dei titolari di un laboratorio privato utilizzato per far apparire solo sui documenti "conformi" ai parametri di legge i campioni delle acque di scarico degli impianti a cui la predetta società affidava le analisi, e così occultare le gravi situazioni di "ecotossicità", cagionate dalla cattiva gestione. Le misure interdittive applicate vietano agli indagati, per la durata di un anno, l'esercizio di qualsiasi attività imprenditoriale o professionale nei settori della depurazione di acque, nella gestione dei rifiuti di qualsivoglia tipo e natura e nella distribuzione di acque per il pubblico consumo.