L’Europarlamento propone il programma salva-acqua
Stop alle reti colabrodo, ridurre i consumi, tariffe trasparenti. Parte da Stasburgo la lotta alle inefficienze di acquedotti e condutture che portano a perdere fino al 70% della risorsa in alcune città
Stop alle reti colabrodo e via a un uso più efficiente dell’oro blu: sono questi due punti chiave del piano salva-acqua proposto in queste ore dall’Europarlamento. La risoluzione, approvata dall’assemblea di Strasburgo, afferma il principio che l’accesso all’acqua dovrebbe essere “un diritto universale e fondamentale”.
Ridurre i consumi è una priorità per gli eurodeputati: chiedono di valutare le condizioni della rete idrica Ue, che per inefficienze perde almeno il 20% della risorsa, con punte fino al 70% in alcune città europee.
Le tariffe dei servizi idrici negli stati membri dovrebbero poi introdurre i principi del “chi inquina paga” e anche “chi usa paga”, rivedendo i sussidi o i fondi comunitari per le attività a elevato consumo di acqua. Secondo gli eurodeputati, la gestione delle acque reflue “deve affrontare la questione dell’inquinamento alla fonte”. Un punto debole per l’Italia, appena deferita alla Corte di giustizia Ue per il mancato rispetto delle norme comunitarie sui reflui in almeno cinquanta centri sopra i diecimila abitanti. L’Europarlamento propone infine che le “bandiere blu” assegnate alle spiagge per segnalare la qualità dell’acqua siano estese a tutte le aree di balneazione, inclusi fiumi e laghi.
La risoluzione approvata è il contributo del Parlamento europeo alla comunicazione sulla tutela delle risorse idriche europee che la Commissione Ue dovrebbe pubblicare il prossimo mese di novembre.