Federambiente, l'igiene ambientale vale 9,43 miliardi di euro. Presentato il Green Book 2014
Dal documento emerge che negli ultimi anni due fattori hanno fortemente influenzato il settore: la valorizzazione dei rifiuti come potenziale risorsa economica e, soprattutto, l'instabilità del quadro normativo nazionale
9,43 miliardi di euro: è questo il valore annuo della produzione del settore dell'igiene ambientale in Italia, pari allo 0,6% del PIL nazionale, secondo i dati contenuti nell'edizione 2014 del “Green Book – Aspetti economici della gestione dei rifiuti in Italia di Federambiente” che è stato presentato a Roma nel corso di un convegno organizzato in concomitanza con la 59a assemblea della Federazione.
Dal documento emerge che negli ultimi anni due fattori hanno fortemente influenzato lo stato e le prospettive del settore della gestione del ciclo integrato dei rifiuti urbani: da un lato la strategia comunitaria tesa a minimizzare l'impatto ambientale attraverso la valorizzazione dei rifiuti come potenziale risorsa economica; dall'altro la complessità e soprattutto l'instabilità del quadro normativo nazionale, che ha reso estremamente problematico il perseguimento di strategie di sviluppo industriale del settore.
L'organizzazione e la gestione del servizio d'igiene urbana - rileva ancora il book - variano in base a fattori come numero e densità della popolazione, grado d'urbanizzazione, distribuzione delle attività economiche e industriali, distribuzione degli enti locali. Dall'analisi di tali fattori si ricava che nel 2012, nonostante un andamento marcatamente negativo del ciclo economico italiano, caratterizzato dalla caduta del reddito e della domanda interna e dall'arretramento di tutti i parametri economici, il settore dell'igiene ambientale ha tenuto le posizioni, mantenendo i livelli d'occupazione, conservando e sviluppando il patrimonio netto e degli asset del settore e anzi aumentando il valore della produzione e incrementando i risultati della gestione.
Costo medio per utente - L'analisi dei PEF (Piani economici-finanziari) di un campione rappresentativo (sia per area geografica sia per popolazione) di Comuni in cui vivono circa 15 milioni di persone, un quarto dell'intera popolazione italiana, ha permesso di stimare il costo medio per abitante per il servizio d'igiene ambientale per il 2013: una famiglia-tipo composta da 3 persone che vivono in un appartamento di 80 metri quadri nel 2013 ha pagato mediamente 246 euro per il servizio di gestione dei rifiuti.
Profilo industriale e valore economico del settore - Nel 2012 il settore dell'igiene urbana (escluse le attività di riciclo e valorizzazione dei rifiuti) ha registrato un valore della produzione complessivo pari a 9,43 miliardi di euro. Da notare che il sistema Federambiente rappresenta oltre il 60% di tale valore.
Le aziende attive nel settore sono complessivamente 409, di cui il 71% monoutility, con un valore della produzione pari al 79% del totale e il restante 29% multiutility, con un valore (relativo al solo servizio d'igiene urbana) che pesa per il 21% sul totale del settore. Le aziende monoutility occupano 54.291 addetti, mentre le multiutilities danno lavoro, nel solo servizio rifiuti, a 14.065 dipendenti, per un totale complessivo di 68.356 lavoratori. Data la forte eterogeneità delle aziende che caratterizzano il comparto, ciascun gestore è stato analizzato per classe dimensionale (sulla base del valore della produzione), per tipologia di servizio svolto (ciclo integrato, solo raccolta, solo smaltimento), per composizione dell'azionariato (imprese pubbliche, private, miste) e per macroarea geografica.
Aspetti economici e patrimoniali della Gestione - Nelle 409 imprese che compongono il settore il reddito operativo è quasi tre volte il risultato d'esercizio nelle monoutility e poco meno di una volta e mezzo nelle multiutility, mentre la gestione finanziaria pesa in negativo in entrambe le tipologie d'impresa. Il risultato finale d'esercizio pesa sul valore della produzione per l'1,71% nelle monoutility e per il 4,9% nelle multiutility.
L'incidenza dei costi del personale sul valore della produzione è più elevato per le monoutility che erogano servizi di raccolta (39,7%) rispetto a quelle che gestiscono gli impianti (12,3%) e quindi meno labour intensive. In tutti i casi il costo del personale si mantiene al di sotto della media del settore manifatturiero.
Pesano sui bilanci fattori estranei alle scelte e alla stessa possibilità di controllo o intervento da parte delle imprese: le imposte (Irap in particolare) e gli oneri finanziari, causati dai pesanti ritardi nei pagamenti da parte delle amministrazioni pubbliche. Nelle monoutility i debiti incidono per il 65% sul totale delle fonti, rispetto al 21,5% del patrimonio netto. Nelle multiutility il peso del patrimonio netto e del debito sul totale passivo sono pari rispettivamente al 33,7 e al 55%.
Il peso sull'economia nazionale - Il valore della produzione di un panel di 322 aziende tra il 2008 e il 2012 è cresciuto di circa il 9%, con un picco tra 2009 e 2010. Nello stesso quinquennio sono aumentati anche il reddito operativo e il risultato d'esercizio sia per le monoutility sia per le multiutility. Per entrambe le tipologie d'impresa aumentano sensibilmente i tempi già lunghi di riscossione dei crediti, passati in media da 272 a 293 giorni.
Le imprese che gestiscono il ciclo integrato dei rifiuti urbani hanno comunque dato prova in questi anni di notevoli capacità di razionalizzare i costi, innovando nelle modalità di organizzazione del servizio.
Il settore igiene urbana nel 2012 ha contribuito per lo 0,6% al Prodotto interno lordo italiano. Il peso del settore è stato invece del 3,66% rispetto al valore aggiunto dell'intero comparto industriale nazionale. Il calcolo è stato effettuato prendendo a riferimento il PIL, il valore aggiunto, il numero di addetti e il numero d'imprese a livello nazionale e confrontandoli con il valore della produzione, il numero d'imprese e il numero di addetti del settore dei rifiuti urbani.