Gli italiani e l’acqua. Una ricerca spiega tutti i paradossi dell’errata percezione dei cittadini
Più del 90% dei cittadini non è a conoscenza del costo dell’acqua, ritenendo di pagare troppo per il servizio, ma l’Italia è uno dei Paesi con le tariffe più basse d’Europa
Una risorsa fondamentale ma poco conosciuta. È questa la sintesi del rapporto tra i cittadini italiani e l’acqua, un bene prezioso, ma sempre più a rischio in un Paese come il nostro, il secondo più idrovoro d’Europa, in cui il 21% del territorio è a rischio desertificazione, ma che tuttavia si candida ad ospitare nel 2024 il X Water Forum, il più grande evento mondiale sull’acqua. Da una survey nazionale che ha coinvolto un campione di 1.000 cittadini italiani rappresentativi dell’universo nazionale per macro-area geografica, genere ed età dei rispondenti - realizzata dall’Osservatorio della Community Valore Acqua per l’Italia di The European House - Ambrosetti - sono emersi numerosi paradossi sulla percezione dei cittadini sulla risorsa acqua (survey consultabile al link https://eventi.ambrosetti.eu/valoreacqua2022/conferenza-stampa/).
Costo troppo alto percepito
Dall’analisi emerge il tema del valore percepito dell’oro blu italiano: quasi 6 cittadini su 10 ritengono che l’attuale spesa in bolletta sia troppo onerosa, ma il paradosso della spesa troppo elevata mostra che l’Italia è uno dei Paesi con le tariffe più basse d’Europa (2,08 euro/m3 – dato medio nazionale) – che corrisponde alla metà di quella francese (4,08 euro/m3 – dato medio del Paese). Per altro, più del 90% dei cittadini non è a conoscenza del costo reale, ritenendo di pagare troppo per il servizio (paradosso del costo dell’acqua). L’86% dei rispondenti sovrastima la propria spesa annua e quasi 1/3 dei rispondenti pensa di pagare circa il doppio in più rispetto alla spesa reale.
Scarsa fiducia nell’acqua del rubinetto
Considerando la media italiana, dalla survey emerge che solo il 29,3% dei cittadini beve abitualmente acqua del rubinetto, anche se si registrano rilevanti difformità tra i territori italiani con un progressivo cambio di abitudini a favore dell’acqua di rubinetto in alcune aree del Paese, a partire dal Centro Nord. Questo accade nonostante la qualità dell’acqua di rete sia tra le più alte in Europa (paradosso della scarsa fiducia dell’acqua del rubinetto). Così rimaniamo primi al Mondo per consumo di acqua in bottiglia: un dato stridente se consideriamo che 1 m3 di acqua di rete equivale a 2.000 bottiglie d’acqua da mezzo litro.
Disposti a pagare di più, ma non per l’acqua
Tradotto in cifre, supponendo un costo di 1 euro a bottiglia da mezzo litro, scegliamo di spendere circa 2.000 euro, piuttosto che 2,08 euro (pari al costo di 1 m3 di acqua di rete, peraltro di ottima qualità). È però alta la consapevolezza della necessità di ridurre l’impatto ambientale del servizio (come la riduzione delle perdite di rete, il miglioramento qualitativo della depurazione, l’ammodernamento della rete infrastrutturale), come dimostrato dalla survey: più della metà dei cittadini sarebbe disposta a sostenere un piccolo aumento in bolletta per rendere il servizio più efficiente e sostenibile (paradosso della disponibilità a pagare) e l’83% di questi rispondenti dichiara una disponibilità a pagare tra i 5 e gli 11 euro in più all’anno per agevolare interventi di efficientamento e di risparmio idrico. Un dato da non sottovalutare perché, secondo l’Osservatorio Valore Acqua, un aumento delle tariffe di soli 10 centesimi a m3, pari a 8 euro in più all’anno per famiglia media ISTAT, si tradurrebbe in 900 milioni di Euro addizionali di Valore Aggiunto e 400 milioni di investimenti aggiuntivi (fondamentale in un Paese che investe 46 Euro per abitante all’anno nel settore idrico, quasi la metà dei 90 Euro della Francia e dei 92 Euro della Germania e un terzo dei 135 Euro per abitante del Regno Unito). Con ricadute sia in termini sociali che ambientali: 3.400 occupati in più nel ciclo idrico e una riduzione di 211 milioni di m3 di prelievi di acqua per uso potabile. Aumento di 8 Euro l’anno, di per sé già contenuto, che potrebbe essere azzerato se le perdite idriche venissero ridotte di soli 1,1 punti percentuali o se, ad esempio, gli italiani riducessero di circa 16 secondi la durata della doccia giornaliera.
Bonus acqua, questo sconosciuto
Sia le tariffe attuali, sia l’eventuale minimo aumento descritto non devono però pesare su quelle famiglie che già soffrono la povertà energetica e sono messe allo stremo dagli elevati costi di gas e luce. Purtroppo, sempre secondo la survey, rimangono poco conosciuti gli strumenti di agevolazione economica previsti in bolletta per le fasce più vulnerabili della popolazione (paradosso del bonus sconosciuto): il bonus idrico e la possibilità di rateizzazione della bolletta risultano sconosciuti al 60% dei rispondenti, l’esistenza di tariffe agevolate a poco meno del 40%.
I compiti del gestore
Nonostante oltre il 37% degli italiani non conoscano il proprio gestore e ancor più dimostrino scarsa consapevolezza del ruolo e dei compiti che svolge (paradosso di “cosa c’è dietro l’acqua del rubinetto”), questa disponibilità a pagare costituisce un importante punto di partenza. Sostenere la resilienza e l’ammodernamento della rete è ancora più urgente in un Paese sottoposto sempre più frequentemente a eventi climatici estremi come il lungo periodo siccitoso degli scorsi mesi di gennaio e febbraio.
Siccità, ma non a casa mia
Occorre accelerare questo fondamentale processo di transizione, aumentando la consapevolezza dell’urgenza degli interventi. La survey evidenzia come nei confronti del cambiamento climatico emerga infatti un approccio NIMBY (Not In My Back Yard) (paradosso “NIMBY”): gli italiani dichiarano che il cambiamento climatico è una priorità, ma considerano il problema ancora lontano dal proprio territorio. Non è proprio così, come spiega Luca Mercalli, Presidente della Società Metereologica Italiana: "La siccità invernale 2021-22 mette in luce ancora una volta come gli estremi climatici possano rapidamente minacciare la disponibilità di acqua anche in territori che normalmente ne sono ricchi: il bacino del Po, dopo oltre due mesi senza precipitazioni, è in secca. Prepararsi fin d'ora a un futuro climatico inedito è indispensabile”.
Io consumo poco
Una bassa tariffa fa scendere la soglia d’attenzione e – nonostante l’utilizzo responsabile di acqua sia il terzo comportamento sostenibile più adottato dai cittadini – più di 2/3 sottostimano il proprio effettivo consumo giornaliero (paradosso del consumatore attento) con il conseguente protrarsi di abitudini errate che acutizzano lo stress idrico del Paese. Un esempio per tutti: solo un cittadino su tre utilizza dispositivi di ottimizzazione dei consumi domestici.