Metanizzazione della Sardegna: il cuore del nuovo progetto si sposta a nord
Il progetto della giunta vede il porto di Porto Torres hub principale dell’isola. la rete nell’area vasta e poi la dorsale che da Porto Torres arriva sino a Cagliari, passando per Oristano, con la tradizionale deviazione per il Sulcis
Non c’è pace per il progetto di metanizzazione della Sardegna che non è stato abbandonato dalla giunta, ma verrà rivisto per la terza volta, stando al quadro descritto da La Nuova Sardegna. Il progetto non sarà alternativo al sistema delle rinnovabili ma complementare nella convinzione che sole eolico e solare, non sono in grado di assicurare certezza nelle forniture e stabilità della rete. Ecco perché la Regione si appresta ad affiancarlo, entro poche settimane, alla legge sulle aree idonee.
Il progetto superato
Verrebbe dunque accantonata, stando al quotidiano, l’ultima ipotesi, la seconda, in auge sino a poche settimane fa, che prevedeva una mezza dorsale, da Oristano a Cagliari-Portovesme, con una nave di media dimensione a Oristano, e una nave più grande ma di poco a Porto Torres, che avrebbe servito solo l’area vasta di Alghero-Porto Torres-Sassari, per utenze civili e industriali. I due punti sarebbero stati anche gli hub logistici per il trasporto su gomma del gnl verso i depositi periferici non serviti da rete. Questa ipotesi era arrivata al termine di un confronto, politico, in giunta e in maggioranza, superato dalla terza ipotesi, anche essa arrivata al termine di un confronto politico.
L’ipotesi definitiva
Sarà un progetto diverso da quello definito tre anni fa, o ipotizzato solo due mesi fa. Il progetto vede il porto di Porto Torres nel ruolo di hub principale dell’isola. Quest’ultima dovrebbe essere la soluzione definitiva e dovrebbe rappresentare la carta che la Regione si giocherà nel confronto con il governo. La terza ipotesi prevede di ormeggiare la grande nave a Porto Torres, la rete nell’area vasta e poi la dorsale che da Porto Torres arriva sino a Cagliari, passando per Oristano, con la tradizionale deviazione per il Sulcis. La novità consisterebbe nella parte nord. Da Porto Torres si dovrebbe realizzare un collegamento via tubo con Olbia. La rete infrastrutturale si fermerebbe qui. Verrebbe “tagliato” tutto il centro Sardegna, per ragioni legate alla scarsa utenza e all’assenza di attività energivore. I depositi riferiti ai bacini del nuorese e l’Ogliastra verrebbero serviti via gomma.
Quest’ultima ipotesi non ha dalla sua il calendario. Il nuovo tratto di rete ha bisogno di almeno tre anni prima di aver le autorizzazioni concesse, ma può essere messo in coda ai lavori rispetto agli altri due tratti. Questa scelta comporta a cascata alcune conseguenze. La presenza di una nave capiente a Porto Torres (utile non solo all’isola ma al sistema di depositi e rigassificatori nazionali), e i depositi costieri con piccola nave a Oristano, consentono la posa di una centrale a gas di media taglia, utile a stabilizzare il sistema. La funzione di stabilizzazione riguarderebbe non solo la rete ma anche per il mercato elettrico.
L’assessore regionale all’Industria, Emanuele Cani, è intervenuto nel dibattito segnalando che non c’è “nessuno stravolgimento e neppure programmi per estromettere territori della Sardegna. Dobbiamo lavorare tutti assieme per una infrastruttura di rete, utile soprattutto per il comparto industriale che attende risposte da troppi anni e che sia a servizio di tutti i territori che ne hanno bisogno. Il nostro unico obiettivo è garantire a tutto i cittadini sardi e alle imprese della Sardegna un prezzo del gas in linea con il territorio nazionale».