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Così Snam vede il futuro delle reti gas. Presentato il piano strategico al 2029

where San Donato Milanese when Gio, 23/01/2025 who roberto

Al centro del piano presentato dall'ad Stefano Venier l’idea di far passare dalle proprie reti gas, sempre più interconnesse con l’Europa, non solo gas ma anche idrogeno, biometano e CO₂. Verranno investiti 12,4 miliardi di euro suddivisi in 10,9 miliardi di euro per il potenziamento delle infrastrutture di trasporto, stoccaggio e GNL e 1,5 miliardi per ccs e soutH2 Corridor

Snam immagina un futuro in cuimalborghetto-credti-snam.jpg i suoi asset e investimenti anticipano l'evoluzione del mix energetico, passando dal gas naturale all'idrogeno e alla CO2 facendo aumentare i volumi complessivi trasportati attraverso la rete. Per questo verranno investiti 12,4 miliardi su un’infrastruttura paneuropea in grado di gestire gas naturale, biometano, idrogeno e CO₂, al centro del piano strategico 2025-2029 di Snam presentato alla comunità finanziaria dall'amministratore delegato Stefano Venier in una roadmap che delinea gli investimenti, gli obiettivi finanziari e le iniziative di innovazione. “Siamo in un momento cruciale per il settore energetico – ha detto l’ad - in cui le crescenti incertezze e la volatilità dei prezzi richiedono sistemi resilienti in grado di resistere agli shock geopolitici e allo stesso tempo consentire la transizione verso il Net Zero in modo sostenibile per tutti”. Nonostante le sfide poste dall'aumento dei tassi di interesse e del relativo costo del debito, Snam ha anche conseguito una solida performance finanziaria. Negli ultimi due anni, l’EBITDA è cresciuto del 23% e l'utile netto del 6%.

I punti principali del piano
Il piano strategico 2025-2029 di Snam prevede investimenti totali per 12,4 miliardi di euro (al netto di circa 1 miliardo di euro di finanziamenti pubblici), con un incremento dell'8% rispetto al piano precedente. Il piano si concentra su due ambiti principali: investimenti in infrastrutture gas lungo l'intera catena del valore midstream; investimenti nei business della transizione energetica. Una parte consistente degli investimenti, 10,9 miliardi di euro (rispetto ai 10,3 miliardi di euro del piano precedente), è dedicata allo sviluppo sostenibile delle infrastrutture gas: 8 miliardi di euro (rispetto ai 7,4 miliardi del piano precedente) sono destinati a progetti legati al trasporto, tra cui il completamento della Linea Adriatica, la sostituzione di circa 850 chilometri di condotte con standard hydrogen-ready, tre stazioni di compressione dual-fuel e progetti di collegamento degli impianti di biometano; 2 miliardi di euro (rispetto agli 1,4 miliardi del piano precedente) per l'ampliamento e il potenziamento dei siti di stoccaggio, l'installazione di tre stazioni di compressione dual-fuel e gli investimenti relativi agli asset di Edison Stoccaggio, la cui acquisizione dovrebbe essere finalizzata nel primo trimestre del 2025, previa approvazione dell'Antitrust; 900 milioni di euro (rispetto agli 1,5 miliardi del piano precedente) sono destinati al commissioning della FSRU di Ravenna e alla costruzione di infrastrutture small-scale a Panigaglia e Pignataro.
 
Una rete europea
Snam sta guidando l'evoluzione verso un sistema energetico definito come multi-molecola nel senso che accoglie metano ma anche idrogeno, facendo leva anche sulle sue società partecipate presenti lungo i principali corridoi energetici europei. Riconosciuta come la più importante via di importazione dell'Italia, SeaCorridor svolge un ruolo cruciale per la sicurezza energetica dell'Europa grazie alle infrastrutture di Snam e alla capacità di esportazione verso Nord. È il punto di partenza del prossimo SoutH2 Corridor, che collegherà il Nord Africa alla Germania meridionale attraverso le reti gestite da TAG, GCA, società partecipate da Snam, e bayernets.  Lungo la direttrice Est TAP e Desfa forniscono gas all'Italia, ai Balcani e all'Europa centrale e orientale, rafforzandone la sicurezza energetica dopo la riduzione delle importazioni di gas russo. Lanciato all'inizio del 2024, con il sostegno di diversi operatori tra cui Desfa, il South-East European Hydrogen Corridor mira a stabilire una rotta di approvvigionamento di idrogeno dall'Europa sudorientale alla Germania. Tale rotta potrebbe essere ulteriormente collegata al SoutH2 Corridor, attraverso il mare Adriatico.
 
Ccs, idrogeno e biometano
Gli investimenti nei business della transizione energetica ammontano a 1,5 miliardi di euro (rispetto agli 1,2 miliardi di euro del piano precedente), così ripartiti: Carbon Capture and Storage: 500 milioni di euro (oltre a 900 milioni di euro da finanziamenti pubblici) che saranno investiti nell’arco del Piano per sviluppare il trasporto di CO2 a livello nazionale e l'infrastruttura di stoccaggio a Ravenna, in partnership con Eni. Il progetto è fondamentale per la decarbonizzazione delle industrie italiane hard-to-abate, con l'obiettivo di sviluppare il più grande hub offshore multimodale open access di CO2 nell'area del Mediterraneo, con una capacità stimata a vita intera fino a 500 milioni di tonnellate. Nei prossimi anni, la Fase 2 espanderà la capacità su scala industriale entro il 2028-2032 per raggiungere fino a 4 tonnellate di CO₂ all'anno, allineandosi al Piano Nazionale Energia e Clima italiano (PNIEC). L'investimento netto sarà suddiviso in circa 200 milioni di euro per l'iniezione e lo stoccaggio di CO2 e 300 milioni di euro per la rete nazionale dedicata. La decisione finale di investimento sarà presa entro la fine del 2026, a condizione che i rendimenti siano adeguati e che i quadri normativi e legislativi siano favorevoli. Il progetto mira a generare ricavi negli ultimi anni di Piano.
 
Capitolo idrogeno. Sono previsti investimenti pari a 380 milioni di euro nel segmento italiano del SoutH2 Corridor, una pipeline dedicata al trasporto di idrogeno. L’iniziativa è stata inserita nei Progetti di Interesse Comune (PCI) dell'Unione Europea e nella Global Gateways List. Il segmento italiano del SoutH2 Corridor si estenderà per 2.300 chilometri e l'inizio delle operazioni è previsto dopo il 2030. Il progetto, che ha ottenuto il supporto di istituzioni e aziende lungo l'intera catena del valore, coinvolge altri tre TSO europei: le austriache TAG e GCA e la tedesca Bayernets, facendo leva sulla collaborazione con SeaCorridor per l'interconnessione con il Nord Africa. Essendo uno dei corridoi chiave per l'idrogeno verso la Germania e attualmente il più avanzato nello sviluppo dell'idrogeno in Europa, il progetto è considerato il più efficiente in termini di costi grazie all'ampio riutilizzo delle dorsali esistenti (tra il 60% e il 70%).
 
Quanto poi al business del biometano, Snam sta progredendo nel suo duplice ruolo: promuovere e ottimizzare l'integrazione in rete degli impianti di biometano, come richiesto dall'autorità di regolazione, e creare una solida piattaforma di produzione con circa 40 MW di impianti di biometano e biogas operativi alla fine del 2024 attraverso la controllata Bioenergys. L'investimento sarà dedicato alla riconversione degli impianti e all'espansione della capacità a 78 MW entro il 2027, sfruttando il quadro di incentivi esistente. Il piano prevede il deconsolidamento di tale attività entro la fine del 2027, in accordo con le disposizioni dell’ARERA.
  
Obiettivi finanziari al 2029
Capitolo finanziario. Snam prevede una solida performance nel periodo 2024-2029, preservando al contempo la solidità e la flessibilità finanziarie. Nell'orizzonte del Piano, si prevede che i seguenti indicatori registrino i tassi di crescita medi annui (CAGR): RAB: 6,4% (rispetto al >6% del precedente piano) grazie a nuovi investimenti, all’effetto dell’inflazione e all'integrazione di asset come Edison Stoccaggio, la FSRU di Ravenna e gli asset CCS; EBITDA adjusted: 5,0% (rispetto al 7,4% del precedente piano) grazie soprattutto alla crescita della RAB, a una maggiore efficienza nei costi, alla riduzione del WACC, al deconsolidamento del business del biometano e ai primi contributi della rete CCS. Tali fattori contribuiranno alla crescita prevista dell’EBITDA di Gruppo a circa 3,51 miliardi di euro al 2029, al netto del business del biometano, con 80 milioni di euro provenienti dalle attività di transizione energetica; Utile netto adjusted: 4,5% (rispetto al 4% del precedente piano) grazie all'aumento dell’EBITDA e dei contributi della società partecipate, parzialmente compensato dall'aumento delle spese di ammortamento e finanziarie; Indebitamento netto: in aumento a circa 21,2 miliardi di euro connesso al piano di investimenti da 12,4 miliardi di euro e al pagamento dei dividendi. Il dividendo totale del 2024 sarà distribuito nel 2025, con il 40% (0,1162 euro per azione) già pagato come acconto il 22 gennaio 2025 (record date: 21 gennaio 2025; data di stacco: 20 gennaio 2025). Il restante 60% (0,1743 euro per azione) sarà distribuito il 25 giugno 2025 (record date: 24 giugno 2025; data di stacco: 23 giugno 2025), previa approvazione dell'Assemblea degli Azionisti chiamata ad approvare il bilancio 2024.

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