Salve le concessioni idroelettriche. La Camera le mantiene a trent’anni
L’ipotesi della spending review puntava a ridurle a venti. E gli introiti dei canoni continueranno a confluire nelle casse delle regioni
Il pressing bipartisan per scongiurare tagli alla durata delle concessioni idroelettriche ha avuto successo. Le commissioni riunite Finanza e Attività produttive della Camera hanno approvato alcune modifiche all’articolo 37 del decreto Sviluppo, che prevedeva di accorciarle a vent’anni.
Nella nuova formulazione, scrive “Milano Finanza”, l’articolato prevede che le concessioni possano durare da un minimo di venti fino a un massimo di trent’anni, rapportando il periodo “all’entità degli investimenti ritenuti necessari”. A bandirle saranno regioni e province autonome e la quota di canone che dovranno destinare a beneficio dei clienti finali, per abbassare il costo dell’energia nelle zone servite dagli impianti idroelettrici, non potrà essere inferiore al 20%.
Il nuovo testo prevede anche una proroga della vecchia gestione di almeno cinque anni per le concessioni, che andranno a scadere entro il 2017: si tratta di impianti per circa 700 megawatt.
“La gestione dell’utilizzo dell’acqua a scopo idroelettrico resta alle regioni – commenta Maurizio Conte, assessore regionale veneto all’Ambiente e al ciclo dell’acqua. – La competenza rischiava di ritornare allo stato con un emendamento introdotto nel decreto Spending review. Con quel dispositivo si intendeva attribuire all’amministrazione centrale la competenza a indire le gare per il rilascio delle concessioni di derivazione d’acqua a scopo idroelettrico nonché, trattandosi di bene demaniale, l’introito dei canoni che il concessionario è tenuto a pagare per l’utilizzo della risorsa”.
Dal 2001, da quando, cioè, il trasferimento delle competenze in materia agli enti locali è divenuto operativo, il gettito dei canoni versato dai concessionari alla regione “viene reinvestito sul territorio per la realizzazione di opere di difesa del suolo e di mitigazione del rischio idraulico e per la tutela dell’incolumità di persone”, conclude l’assessore.