Il settore rifiuti in Italia vale oltre 13 miliardi; la produzione cala di un milione di tonnellate
È la fotografia scattata dal Green Book 2022, il rapporto annuale sul settore dei rifiuti urbani in Italia promosso da Utilitalia e curato dalla Fondazione Utilitatis
Il settore dei rifiuti in Italia ha fatto registrare un fatturato di oltre 13 miliardi di euro (in linea con i valori 2018), pari a circa lo 0,8% del Pil, in gran parte determinato dalla tariffa rifiuti, e un numero di addetti che supera le 95mila unità. A livello comunitario, secondo Eurostat, nel 2019 si è registrato un volume della produzione pari a circa 167 miliardi di euro. Questa la fotografia scattata dal Green Book 2022, il rapporto annuale sul settore dei rifiuti urbani in Italia, promosso da Utilitalia e curato dalla Fondazione Utilitatis, realizzato quest’anno in collaborazione con Ispra e presentato nei giorni scorsi a Roma.
Produzione e riciclo
Secondo il rapporto, la produzione italiana di rifiuti urbani e assimilati nel 2020 è stata pari a a circa 29 milioni di tonnellate, in calo rispetto al 2019 a causa dell’emergenza Covid che, per effetto della chiusura di numerosi esercizi commerciali, ha determinato una diminuzione di oltre 1 milione di tonnellate. Il tasso di effettivo riciclo dei rifiuti urbani è compreso tra il 54,4% e il 48,4%, in entrambi i casi al di sopra della media europea del 47,8%. Il conferimento in discarica è stimato al 20%, un valore leggermente migliore rispetto alla media europea del 23%. Resta ancora importante il deficit impiantistico al Centro-Sud, dove i quantitativi di rifiuti raccolti superano quelli trattati, e dove il ricorso alla discarica rimane ancora la principale destinazione (oltre il 60% per il rifiuto urbano residuo).
Investimenti
Come annunciato nel Piano d’Azione per l’Economia Circolare, la Commissione Europea ha presentato a marzo 2022 un pacchetto di proposte ad attuazione del Green Deal Europeo; le misure aggiuntive, oltre a prevedere il raggiungimento di un’economia completamente circolare entro il 2050, sono mirate a promuovere modelli imprenditoriali circolari e responsabilizzare i consumatori nella transizione verde. Saranno quindi necessari ulteriori investimenti nei prossimi anni, per raggiungere gli obiettivi di raccolta e riciclaggio dei rifiuti solidi urbani (65% di riciclaggio effettivo e ricorso alla discarica non superiore al 10% dei rifiuti urbani prodotti). In particolare, come indicato in uno studio della Commissione Europea (2019), si stima che gli investimenti necessari dal 2020 al 2035 per raggiungere i target previsti ammontino a 31,5 miliardi di euro, con una spesa media annua di 2,1 miliardi di euro. In quest’ottica, il Pnrr rappresenta un’opportunità per gli investimenti che mirano a incentivare la circolarità delle risorse e, nello specifico, a migliorare i sistemi di raccolta e gestione dei rifiuti in tutto il territorio nazionale, per i quali sono stati stanziati 2,5 miliardi di euro. “I dati presentati - ha commentato il presidente della Fondazione Utilitatis, Stefano Pareglio - mostrano alcuni segnali di miglioramento del settore, ma evidenziano soprattutto i limiti che si incontrano in Italia nell’affermare una piena e diffusa logica di circolarità. Guardiamo dunque con grande attenzione al ruolo del legislatore e del regolatore affinché si avvii un percorso per promuovere un servizio di maggiore qualità e più omogeneo sul territorio nazionale”.