Sigilli al depuratore, inquinava invece di filtrare: impianto sequestrato vicino a Lamezia
Una condotta di bypass dell’impianto scaricava liquami fognari non depurati nel piccolo corso d’acqua. Il depuratore resta comunque operativo per “ragioni di pubblica utilità”
Il depuratore di Platania – poco più di duemila abitanti sulle alture del Reventino, vicino a Lamezia Terme, nel catanzarese - inquinava, sversando liquami fognari in un affluente del fiume Amato. L’hanno appurato gli uomini del Team interforze composto da personale della Stazione navale della Guardia di finanza, della Guardia costiera di Vibo Valentia, dei Carabinieri del Noe (il Nucleo operativo ecologico) di Catanzaro e del Gruppo Carabinieri forestali di Catanzaro, in stretta sinergia con gli addetti dell’Arpacal, l’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente in Calabria, che per questa ragione hanno posto l’impianto sotto sequestro, denunciando inoltre a piede libero l’elemento apicale dell’insieme di quattro società che gestisce l’impianto di località Mulia.
Specifiche verifiche promosse dal neoprocuratore capo di Lamezia Salvatore Curcio intorno alla regolarità delle attività di depurazione nell’area hanno consentito d’accertare “gravi criticità e difformità” del depuratore di Platania rispetto alle prescrizioni normative, con un micidiale riverbero sulla salubrità delle acque dell’affluente del fiume Amato.
La situazione concreta era pessima: una condotta di bypass dell’impianto scaricava liquami fognari non depurati nel piccolo corso d’acqua, determinando conseguenze molto gravi in termini d’inquinamento idrogeologico dell’intera zona. I fanghi, non filtrati, contaminavano il fosso, convogliando nel fiume Amato e di qui finendo dritti nelle acque del mar Tirreno in cui l'Amato sfocia, inquinandolo.
Inevitabile il sequestro preventivo del depuratore – che di fatto resta però operativo, per “ragioni di pubblica utilità” – operato il 5 settembre scorso ai sensi dell’articolo 674 del Codice penale (getto pericoloso di cose), cui si unisce la denuncia a piede libero ai danni dell’amministratore unico della società capogruppo del Raggruppamento temporaneo d’imprese cui è stato affidata la gestione del sito per la gestione dei reflui urbani di Platania.