Valotti: le aggregazioni devono rafforzare le piccole utility. Serve anche una visione politica
Giovanni Valotti, presidente di A2A e di Utilitalia, ha anche detto che le imprese esistenti, nella partnership con soggetti industriali più forti, possono trovare le condizioni per crescere e produrre risultati più soddisfacenti
“Il tema delle aggregazioni è centrale per il futuro dei servizi pubblici del Paese: devono portare alla creazione di soggetti industriali più forti, che facciano del legame stretto con i territori una caratteristica distintiva. Serve una visione alta della politica”. Lo ha dichiarato, interpellato a Milano da Radiocor, Giovanni Valotti, presidente di A2A e di Utilitalia. Il gruppo energetico lombardo, nei prossimi giorni, potrebbe formulare un'offerta per rilevare la maggioranza di Linea Group, multiutility controllata dai Comuni di Cremona, Lodi, Rovato, Pavia e Crema.
Rispettare i bravi sindaci - “Troppo spesso, tuttavia, - ha aggiunto - le difficoltà dei processi di aggregazione tra imprese sono in modo semplicistico legate a difese di interessi particolari o piccoli potentati locali. In realtà nel nostro Paese, accanto a ingiustificate resistenze, ci sono tanti bravi sindaci che, con senso di responsabilità e delle istituzioni, soppesano correttamente le conseguenze di operazioni industriali sui propri territori e cittadini. E questi vanno rispettati”.
Salvaguardia dell’identità delle “piccole” - In sostanza, secondo Valotti, “conta molto il modello di aggregazione: credo sarebbe sbagliato pensare a operazioni finanziarie di acquisizione di imprese da parte dei più grandi. Penso piuttosto che nelle aggregazioni vada salvaguardata l'identità delle imprese esistenti le quali, nella partnership con soggetti industriali più forti, possono trovare le condizioni per crescere e produrre risultati più soddisfacenti, ovvero possono diventare più competitive”.
Immaginare il futuro - “Nel valutare le operazioni di aggregazione - ha aggiunto Valotti - non bisogna solo guardare agli effetti immediati e di natura finanziaria, tipicamente il contributo al risanamento dei bilanci dei comuni piuttosto che il valore attribuito alle imprese nella cessione di quote di capitale”. “Piuttosto - ha aggiunto - c'è un valore generato per i Comuni proprietari e per le imprese, nella crescita di queste ultime a seguito dei processi di aggregazione. E questo è tutto valore che viene restituito ai territori e ai cittadini”. Per concludere, “le operazioni devono avere un respiro industriale ampio e richiedono un respiro politico capace di immaginare il futuro e, in questo modo, tutelare gli interessi dei cittadini e dare un contributo fondamentale alla modernizzazione del nostro Paese”.