Animalìe. Caccia: si chiude la stagione. Ecco come cambia
Sempre meno cacciatori, cambiano le prede. Gli incidenti: 91 vittime tra morti e feriti. La Lega Antivivisezionista: “Il nostro obiettivo è l'abolizione”
Si è conclusa giovedì 30 gennaio la stagione venatoria 2019/20. Negli ultimi decenni il numero di cacciatori in Italia si è ridotto in modo rilevantissimo, dal milione e mezzo negli anni ’80 (1,7 milioni nel 1980 scesi a 1,4 milioni nel 1989) si è ridotto a un terzo con circa 500mila cacciatori di questi anni (543mila licenze di caccia nel 2017). Protesta la Lega Antivivisezionista, una delle associazioni animaliste, che continuerà “a combattere la caccia fino a che l'ultimo cacciatore non avrà desistito dal procurare terrore e morte agli animali innocenti”.
Cacciatori più vecchi, prede più leggere
Il ridursi del numero dei cacciatori e l’età media che pare avanzare – meno giovani si avvicinano a questa disciplina rispetto a un tempo – potrebbero spingere i cacciatori a preferire prede sempre più leggere, cioè lepri e uccelli, tralasciando le prede difficili come cervi, cinghiali e altri animali pesanti che si stanno estendendo nelle aree incolte e boschive sempre più estese.
Secondo la Lega Antivivisezionista ogni anno fra Lombardia ed Emilia Romagna i cacciatori acquistano da allevamenti e poi liberano circa mezzo milione di animali tra fagiani e lepri per poterli abbattere. La Lav cerca di mettere i cacciatori in opposizione contro l’agricoltura, e avverte che questi animali “creano non pochi problemi all'agricoltura, se si pensa che in Lombardia hanno causato il 32% dei danni totali”.
Gli incidenti (e non solo)
L’Associazione Vittime della Caccia ha censito in questa stagione venatoria 91 vittime umane (27 morti e 64 feriti) di cui 76 in ambito venatorio (8 feriti non cacciatori e 20 morti e 48 feriti tra cacciatori) e il restante fuori dal mondo della caccia (cacciatori che hanno usato armi da caccia per commettere violenza).
Secondo Massimo Vitturi della Lav, “quando una persona cade vittima di un fucile da caccia ci sono solo due possibilità: chi ha sparato non ha controllato cosa fosse inquadrato nel mirino dell'arma oppure, fatto ancora più grave, ha constatato che il suo colpo avrebbe centrato una persona".
In ambedue i casi è evidente che non si tratta affatto di "incidenti" ma più propriamente di incosciente o dolosa gestione dell'arma in dotazione. Per questo motivo la Lav ha scritto al Ministro dell'Interno Lamorgese chiedendo che al verificarsi di presunti "incidenti venatori", sia immediatamente ritirata la licenza di porto d'armi del proprietario del fucile che ha sparato, avendo egli dimostrato di non essere in grado di gestire l'arma.
Bracconieri
Dal 1° settembre 2019, primo giorno di caccia della stagione, sono stati numerosi gli eventi di bracconaggio. “Uccisione di animali protetti, cattura di uccelli da richiamo, caccia in zone e orari vietati, sono solo alcuni dei reati venatori che hanno visto protagonisti, nella stragrande maggioranza dei casi, cacciatori in possesso di regolare licenza di caccia, a dimostrazione che il bracconaggio trae linfa vitale proprio dal mondo della caccia. Questo nonostante le associazioni venatorie sostengano da sempre che i cacciatori siano i primi a contrastare il bracconaggio, dichiarazioni avventate smentite dai fatti”, afferma la Lav.