Animalìe. Il ministro dell’Ambiente: vietato importare uccelletti per la polenta e osei
Il ministro Galletti: non subiremo una procedura Ue d’infrazione per favorire i ristoranti di Brescia. La Ue ha già avviato l’infrazione contro l’Italia per l’import di uccelli protetti
Bruxelles ha già avviato la procedura d’infrazione contro l’Italia per l’import di uccelletti surgelati di specie non cacciabili in Italia, specie però non protette altrove le quali vengono usate per la tradizionale polenta e osei tipica di Bergamo, Brescia e del Veneto.
"Resto aperto e disponibile al confronto, così come ho ribadito in varie occasioni, ma seguendo strade che contemperino le richieste dei ristoratori con l'esigenza prioritaria di muoverci nell'ambito delle norme comunitarie e di non esporre l'Italia a procedure di infrazione e quindi a costi per tutti i cittadini". Gian Luca Galletti, ministro dell' Ambiente, lo ha confermato nell'Aula della Camera rispondendo nel corso del Question time ad una accorata interrogazione di Stefano Borghesi, deputato della Lega, sulla sorte dei ristoratori bresciani che non possono più servire gli uccellini catturati con la crudele tradizione dei rocchetti e delle reti tese fra gli alberi, pratica vietata dall'Unione europea, né acquistarne ll'estero perché protetti in Italia.
Rispetto al commercio di uccelli provenienti dall'estero anche se protetti in Italia "la modifica all'articolo 21 della legge n. 157 del 1992 introdotta con la Legge Comunitaria 2014 è risultata necessaria per adeguare la normativa nazionale al dettato della Direttiva 09/147/C2. Infatti in passato, per sopperire alla mancanza di piccoli uccelli protetti dalla legge europea, molti ristoratori ricorrevano all'acquisto di uccelli di piccola taglia provenienti da Paesi extra europei, dove la loro cattura e la caccia sono attività consentite".
Sul tema, però, "la Commissione Europea aveva aperto contro l'Italia la procedura Eu-Pilot 5391/13/Envi, che è stata archiviata solo a seguito della modifica normativa che ho precedentemente richiamato", sottolinea il ministro. La normativa comunitaria infatti "non prevede deroghe al divieto di importazione e commercio delle specie protette, pertanto eventuali soluzioni per rimediare al danno all'economia locale dovranno essere ricercate nel rispetto delle prescrizioni esistenti".
Per quel che riguarda il Tavolo Tecnico, "cui si era già in passato data piena disponibilità - conclude Galletti - nell'evidenziare il ruolo primario delle amministrazioni competenti in materia, allo stato attuale restiamo ancora in attesa di ricevere proposte concrete e percorribili da parte delle associazioni di categoria interessate".