Auto. Greenpeace al Salone di Francoforte chiede aria più pulita
Il lancio di nuovi modelli elettrici è rallentato dai programmi delle case costruttrici, che vogliono continuare a vendere auto inquinanti ancora per anni
Cento attivisti di Greenpeace, tra cui nove italiani, sono entrati in azione al Salone dell'auto di Francoforte, subito dopo la visita della Cancelliera Merkel, per chiedere misure di protezione dall'impatto sanitario causato dalle auto diesel.
I cento attivisti, vestiti da pazienti ospedalieri, si sono riuniti in una delle sale espositive per poi "esplodere" in una forte tosse collettiva. Quindi hanno lasciato le loro mascherine respiratorie ospedaliere agli stand espositivi.
Con questa protesta nonviolenta Greenpeace vuole evidenziare le contraddizioni del settore dell'auto.
Se da un lato molti brand annunciano proprio in questi giorni al Salone di Francoforte il lancio di nuovi modelli di macchina elettrica, dall'altro “è loro intenzione continuare a vendere, per molti anni ancora, auto diesel o alimentate a benzina”, dice Greenpeace. L’organizzazione ricorda che “le auto diesel sono la fonte principale di immissione nell'aria del diossido di azoto (NO2). Questo gas tossico causa malattie come l'asma e minaccia in particolare la salute di bambini e anziani”.
Le case automobilistiche continuano a presentare - anche in questo Salone dell'Auto di Francoforte - numerosi modelli di enormi Suv e limousine alimentati a gasolio. “Da questo punto di vista, prevedere una variante elettrica per ogni modello non è abbastanza. Secondo Greenpeace, quello di cui tutti abbiamo bisogno è porre fine alla produzione di auto alimentate con derivati del petrolio”.