Bratti lancia l’allarme: con silenzio-assenso del Ddl Madia a rischio i reati ambientali
Il presidente della Commissione bicamerale d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti ha detto che alcune delle norme contenute nel ddl Madia, ora all'esame dalla Commissione Affari costituzionali della Camera, rischiano di lasciare le mani libere a quanti hanno solo a cuore l'aggressione dell'ambiente
Il silenzio-assenzo contenuto nel ddl Madia rischia di dare il via libera ai reati ambientali. A lanciare l'allarme è Alessandro Bratti, presidente della Commissione bicamerale d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti. “Va bene snellire le procedure burocratiche della pubblica amministrazione, che sono di fatto un deterrente alla crescita del Paese, ma - evidenzia Bratti - con alcune delle norme contenute nel ddl Madia, ora all'esame della Commissione Affari costituzionali della Camera, rischiamo di lasciare le mani libere a quanti hanno solo a cuore l'aggressione all'ambiente e alle sue risorse, vanificando tutte le misure a tutela dell'ambiente, della salute e dei beni culturali”.
Silenzio-assenso per tutte le Conferenze dei servizi - “Nel Disegno di legge delega - spiega Bratti - tale svuotamento si fa esplicito nella formula del silenzio-assenso esteso ad ogni processo decisionale - comprese le Conferenze dei Servizi - e a tutte le diverse amministrazioni preposte alla tutela: Sovrintendenze, Enti Parco ecc. Dopo 60 giorni dalla richiesta di un'autorizzazione, “anche nei casi in cui è prevista l'acquisizione di assensi, concerti, nulla osta comunque denominati di amministrazioni preposte alla tutela ambientale, paesaggistico-territoriale, dei beni culturali e della salute dei cittadini, il silenzio di tali amministrazioni equivarrà a un atto di assenso”. “Pensiamo alle autorizzazioni Via, Vas e Aia - sottolinea - dopo sessanta giorni se l'amministrazione non si è espressa qualsiasi azienda avrà il consenso ad intraprendere qualsiasi attività, salvo poi constatare che fosse dannosa per l'ambiente o addirittura per la salute dei cittadini”.
Emendamenti per i casi più delicati - “A quel punto, ed è un paradosso, - prosegue Bratti - non si potrà neanche indagare per risalire a chi ha concesso l'autorizzazione in quanto basterà non esprimere un parere per favorire le attività illecite”. “Al riguardo - spiega ancora - ho già presentato emendamenti agli articoli 2 e 3 per escludere la possibilità di un meccanismo di silenzio-assenso per i provvedimenti più delicati”. “Auspico - conclude il presidente della Commissione bicamerale d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti- che il ministro dell'Ambiente, Gian Luca Galletti, e il Ministro della Funzione pubblica, Marianna Madia, correggano il tiro evitando l'approvazione di una norma pericolosissima”.