Clima. Continua a restringersi il ghiacciaio dell’Adamello, dal 2016 spessore diminuito di 12 metri
Ogni anno spariscono 14 milioni di metri cubi di acqua. L'area del ghiacciaio si è ridotta dai circa 19 km2 dal 1957 ai 17,7 del 2015
Ogni anno sul ghiacciaio dell'Adamello, il più esteso d'Italia, spariscono 14 milioni di metri cubi di acqua, pari a 5.600 piscine olimpiche. La sua estensione areale infatti si sta riducendo progressivamente, passando dai circa 19 chilometri quadri del 1957 ai circa 17,7 del 2015. È questo il risultato del monitoraggio effettuato dalla Carovana dei ghiacciai della Legambiente sui ghiacciai dell'Adamello in Lombardia.
Seppure lo spessore del ghiacciaio sia notevole (sono stati infatti misurati 270 metri a Pian della Neve nel 2016), negli ultimi anni si sta registrando anche una progressiva riduzione, pari a 10-12 metri dal 2016 a oggi.
Si registra anche un marcato ritiro della sua fronte di oltre 2000 metri negli ultimi 160 anni, tanto da poter parlare, dati del Comitato Glaciologico (CGI) alla mano, di un progressivo ritiro, interrotto da blande pulsazioni positive, l’ultima durante i primi anni del 1980.
Anche nel 2019, nonostante l’innevamento di inizio estate sia stato abbondante, la stagione si è chiusa con un’ingente fusione di ghiaccio. Le osservazioni del 2021 mettono in luce che la neve residua è già quasi esaurita nel mese di agosto nella stazione di misura del passo Veneracolo (3.100 metri di altitudine).
I risultati del monitoraggio sono stati presentati a Ponte di Legno, nel corso di una conferenza stampa alla quale hanno partecipato Barbara Meggetto, presidente della Legambiente Lombardia; Livio Pelamatti, presidente del circolo Legambiente della Vallecamonica; Marco Giardino, segretario del Comitato Glaciologico Italiano; Vanda Bonardo, responsabile Alpi della Legambiente.
"Le masse glaciali dell'Adamello, il più grande ghiacciaio d'Italia, colpiscono quanto a dimensioni e bellezza e lasciano grande sconcerto al pensiero che nei prossimi decenni, se continueremo con il trend attuale di immissioni di gas climaterianti, non potranno più essere ammirate dai numerosi turisti che raggiungono il passo del Presena - ha sottolineato Bonardo. - Sicuramente un motivo in più perché si costruisca una maggiore consapevolezza nei cittadini e nei governanti".
Giardino, del Comitato glaciologico, ha invece aggiunto che “la prima tappa della Carovana dei ghiacciai ha dimostrato che la cooperazione che si realizza oggi fra ricercatori e operatori glaciologici sull’Adamello è di buon auspicio per superare l’apparente contrasto fra uomo e natura. Un'impresa necessaria anche in retrospettiva, pensando alle tracce della Prima Guerra Mondiale, che sull’Adamello ci parlano di contrasti e conflitti: non solo fra eserciti di nazioni belligeranti, ma anche fra gli uomini e la natura glaciale inospitale”.