Cop21, ripresi i negoziati in vista di Parigi. E Ban Ki Moon non è ottimista
In un'intervista a Le Monde il segretario generale delle Nazioni Unite rileva come le trattative avanzino a passo di lumaca, “ma tutti sanno ormai che Parigi è la scadenza ultima”
Sono ripresi a Bonn, in Germania, i negoziati preliminari in vista della XXI Conferenza mondiale sul clima (COP21) che si terrà a dicembre a Parigi dal 30 novembre all’11 dicembre. In un'intervista a Le Monde il segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki Moon dice di sperare ancora in una conclusione che porti a un accordo internazionale, ma ricorda che dal Summit di Rio (1992) in poi non è stato fatto alcun passo avanti concreto: "Quanto tempo dobbiamo attendere ancora? La scienza è chiara. Vediamo le ripercussioni dei cambiamenti climatici ormai in tutti i paesi. Le trattative avanzano a passo di lumaca, ma tutti sanno ormai che Parigi è la scadenza ultima".
Gli ostacoli - Per il segretario generale dell'Onu restano almeno quattro ostacoli importanti da superare: "In primo luogo il livello delle ambizioni. Secondo, la natura giuridica dell'accordo, se vincolante o meno. In terzo luogo, la questione delle responsabilità cosiddette "comuni ma differenziate"; da ultimo la questione chiave dei finanziamenti".
Una bozza che divide ricchi ed emergenti - Dall’ultimo incontro di giugno è stata redatta una bozza di trattato, che punta a una revisione quinquennale del testo da quando entrerà in vigore. Il problema rimane comunque sempre lo stesso: conciliare le diverse ambizioni di economie emergenti (tra cui Cina e Brics) e di Paesi occidentali come Unione europea e Stati Uniti. Il documento, di 83 pagine, è in gran parte una lista di opzioni contrastanti ancora da discutere su come spartire le responsabilità in merito alle emissioni tra nazioni ricche, che hanno inquinato per molto più tempo, e i Paesi cosiddetti “in via di sviluppo”, che sostengono di aver necessità di inquinare per alimentare le popolazioni ed economie in rapida crescita.