Ecco i numeri della scienza. Clima. Nel 2022 secchissimi ottobre e gennaio. Il 1961 fu peggio
Secondo il rapporto dell'Ispra-Snpa in Italia l’anno scorso ha piovuto il 22% in meno. È stata registrata un'anomalia media di 1,23 gradi in più rispetto al valore climatologico
È vero. L’anno passato in Italia era stato secchissimo, peggio del 2022 fu l’asciuttissimo e rovente 1961. Ed è stato un anno assai caldo, il 2022; non il più caldo in assoluto ma abbastanza torrido da essere messo fra quelli da segnalare nelle statistiche. Le nostre impressioni contano poco, anzi nulla, di fronte alla certificazione degli strumenti di misura, e queste indicazioni vengono appunto da igrometri e termometri.
Questo il quadro tracciato dal rapporto Clima in Italia, pubblicato dall'Ispra con cadenza annuale dal 2006 e che quest'anno diventa un prodotto Sistema nazionale per la protezione dell'ambiente (Snpa).
Mentre su scala planetaria è stato il quinto anno più caldo della serie storica, in Italia (con un'anomalia media di +1,23 gradi rispetto al valore climatologico 1991-2020) il 2022 è risultato l'anno più caldo dal 1961, superando di 0,58°C il precedente record assoluto del 2018 e di 1°C il valore del precedente anno 2021.
Fresca primavera
Tutti i mesi dell'anno sono stati più caldi della media, a esclusione di marzo e aprile: anomalie superiori a 2°C si sono registrate a giugno (con il picco di +3,09) e nei mesi di luglio, ottobre e dicembre. L'anomalia più marcata in estate (+2,18°C), seguita dall'autunno (+1,38) e dall'inverno (+0,58).
Pochissima pioggia
Il 2022 è stato l'anno meno piovoso dal 1961, segnando un -22% rispetto alla media climatologica 1991-2020, con precipitazioni inferiori alla norma (-39%) da gennaio a luglio.
Le anomalie sono state più marcate al Nord (-33%), seguite dal Centro (-15%) e dal Sud e Isole (13%).
A scala nazionale i mesi relativamente più secchi sono stati ottobre (-62%) e gennaio (-54%), mentre il mese relativamente più piovoso è stato agosto (+69%).
Meno acqua nei fiumi
Le prolungate condizioni di siccità, associate alle alte temperature, hanno determinato una forte riduzione della disponibilità naturale di risorsa idrica: stimata per l'Italia una disponibilità annua di 221,7 millimetri, che rappresenta il minimo storico dal 1951 a oggi, e delinea una riduzione di circa il 50% rispetto alla disponibilità annua media di risorsa idrica stimata per l'ultimo trentennio climatologico 1991-2020.
Temporali e fortunali
Nel 2022 non sono mancati eventi estremi di precipitazione, in alcuni casi eccezionali. Particolarmente rilevante è stato il tragico evento che il 15 settembre ha investito le Marche, dove un sistema temporalesco autorigenerante e stazionario ha causato fenomeni intensi e localizzati, con precipitazioni giornaliere che hanno superato localmente i 400 millimetri.
Tempesta in Adriatico, Mose al lavoro
A fine novembre 2022, l'alto Adriatico è stato interessato da un evento meteo-marino eccezionale, connesso al fenomeno della ciclogenesi alpina, che ha fatto temporaneamente registrare valori di innalzamento del livello del mare sotto costa anche superiori a 200 centimetri (tra i più alti delle serie storiche esistenti), che hanno reso necessaria l'attivazione delle barriere del Mose di Venezia.
Da ricordare anche l'evento drammatico del 26 novembre a Ischia, con precipitazioni intense e massimi di 176,8 millimetri in 24 ore, presso la stazione di Forio d'Ischia e 13,4 millimetri in 10 minuti, presso la stazione di Monte Epomeo, che ha innescato colate di fango e causato la perdita di vite umane e ingenti danni al territorio.
Poca neve per i ghiacciai
L'inverno 2022 è stato caratterizzato da una copertura nevosa esigua rispetto agli ultimi decenni e che si è fusa velocemente nei mesi primaverili ed estivi a causa delle alte temperature: nel mese di maggio è stata stimata una superficie inferiore a 5.000 chilometri quadri, paragonabile a una situazione tipica di fine giugno-luglio.
Il protrarsi nel corso dell'anno di questa rara combinazione di precipitazioni nevose molto scarse e temperature decisamente sopra le medie climatologiche ha contribuito ad alimentare le condizioni di forte siccità, oltre ad avere pesanti conseguenze sui ghiacciai alpini che già a partire dai primi giorni di giugno si sono ritrovati in gran parte scoperti da neve: la fusione glaciale 2022 nel settore nord-occidentale delle Alpi è stata quattro volte più intensa rispetto alla media degli ultimi 20 anni.
Lo studio Snpa-Ispra
Il rapporto è strutturato in due parti. La prima parte del volume descrive l'andamento del clima nel corso dell'ultimo anno e aggiorna la stima delle variazioni climatiche negli ultimi decenni in Italia sulla base di dati, statistiche, indici e indicatori climatici derivati dal Sistema nazionale per la raccolta, l'elaborazione e la diffusione di dati Climatologici di Interesse Ambientale. La seconda parte raccoglie contributi di approfondimento, dalla scala nazionale alla scala locale, sui principali elementi che hanno caratterizzato il 2022: la siccità e la scarsità idrica, il caldo, gli eventi idro-meteo-climatici e meteo-marini significativi.