Eredità velenosa – Eternit. I pm di Torino ritentano con altri 94 morti
Dopo l’annullamento in Cassazione del primo procedimento, la Procura apre un nuovo processo
La Procura di Torino contesterà nel processo Eternit altri 94 casi di morte da amianto, detto anche asbesto. Lo si è appreso a margine dell'udienza preliminare. A Casale Monferrato (Alessandria) l’Eternit produsse manufatti di amiantocemento (tettoie, tubi, lastre) dai primi del ‘900 fino alla metà degli anni ’80, quando si scoprì che l’amianto provoca non solamente asbestosi (una malattia professionale simile alla silicosi, che colpisce chi respira una grande quantità di fibre d’amianto) ma anche mesotelioma pleurico, una terribile forma di cancro ai polmoni. Le attività dell’Eternit avevano disperso per decenni notevoli quantità di fibre d’amianto non solo nell’antico stabilimento, ma anche in gran parte della città.
Il processo contro il magnate svizzero Stephan Schmidheiny, che ereditò lo stabilimento Eternit di Casale Monferrato, si era chiuso in Cassazione con un annullamento a causa di un’impostazione errata dell’accusa.
I pm Raffaele Guariniello e Gianfranco Colace ritentano: si stanno preparando a contestare i nuovi casi, che si aggiungono ai 258 trattati finora, in modo da formalizzare l'accusa, nell'ipotesi in cui la Corte Costituzionale decida che il processo può riprendere.